«Finito un incubo. Grazie ai carabinieri»
FIUME VENETO. «Un “grazie” ai carabinieri del comando provinciale di Pordenone e della stazione di Fiume Veneto: hanno lavorato sodo, riuscendo a liberarci da un incubo». Parla a nome di tutti i residenti, Marcello Grimaldi, il capo condominio della palazzina Ater di via Ermacora, teatro degli incendi dolosi per cui venerdì è stata arrestata Tamara Bernardi, a sua volta residente nello stabile.
L’incubo è finito: sono stati mesi difficili, per le circa cento famiglie che vivono nel complesso residenziale, settimane piene di angoscia e paura. Ora che la piromane ha un nome e un volto, in attesa degli sviluppi legali, i condomini si sentono più sicuri. «E’ stata dura, per tutti – dice Grimaldi –. Ci sono persone che hanno subito contraccolpi dal punto di vista della salute: troppo lo stress, era impossibile vivere serenamente sapendo che si aggirava libero un incendiario».
Il capo condominio, come altri residenti, aveva dei sospetti, ma non erano rivolti a Tamara Bernardi. «Sinceramente, sono rimasto sorpreso, se non sconcertato: non pensavo fosse lei», afferma. Maria Civitico, invece, riferisce di aver sospettato di lei. «Io, e come me molti altri condomini, pensavo da tempo fosse lei a seminare il panico», dice la donna, la quale non entrà però nelle merito delle ragioni degli incendi. Il senso di sollievo è enorme. «Ora possiamo dormire tranquilli: abbiamo vissuto mesi molto difficili, di giorno sempre con lo sguardo rivolto alla finestra, di notte con le orecchie tese».
Disoccupata dal 2011, dopo aver lavorato negli anni precedenti anni in un’azienda di Cimpello come operaia, apparentemente senza particolari screzi con i vicini: rimane da capire cos’abbia spinto Bernardi ad appiccare il fuoco in almeno dieci occasioni. Due anni fa ha perso il padre e ora vive con la madre e il fratello. Una vita tranquilla, anche se contrassegnata dall’assenza di un’occupazione stabile. Qualcuno, tra i condòmini, ha parlato di possibili problemi tra l’arrestata e l’Ater, ma si tratta di un’ipotesi che rimane frutto di voci, che però circolavano con insistenza nel complesso residenziale. Claudia Biason, capo condominio dell’ala con ingresso al civico 37 dove è stato appicato il fuoco a un motorino e a una bicicletta, è rimasta particolarmente colpita quando ha appreso dell’arresto della trentacinquenne. «Era circolata la voce che si trattasse di una giovane donna, ma non avevo mai sentito il suo nome – riferisce la donna –. Non la conosco molto, visto che vive in un’altra ala della palazzina, ma non aveva mai creato particolari problemi. Sono sorpresa, non immaginavo potesse arrivare a fare cose del genere». Ora che l’incubo è finito, nel complesso residenziale Ater di via Ermacora si respira un’aria più serena. Per molti non sarà facile lasciarsi alle spalle l’angoscia, la tensione, il timore che qualcuno potesse farsi male seriamente, ma il peggio è passato. Perchè Tamara Bernardi abbia appiccato il fuoco, qualora venisse appurata la sua reale colpevolezza, rimane un mistero, che potrebbe però venir svelato a breve.
Massimo Pighin
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