Fidanzati uccisi, quattro mesi di silenzio fra Giosuè e Rosaria

PORDENONE. Quattro mesi di silenzio. Ma sono ancora fidanzati. I destini processuali di Maria Rosaria Patrone, 25 anni, e Giosuè Ruotolo, 26 anni, saranno divisi, ma il legame affettivo che li unisce è ancora saldo. Nonostante i due non si siano scambiati nemmeno una lettera.
Ruotolo, accusato del duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, è in carcere a Belluno dal 7 marzo. Per lui gli inquirenti hanno chiesto e ottenuto dal gip il giudizio immediato.
La Procura di Pordenone è orientata a chiedere, invece, la citazione diretta a giudizio per Maria Rosaria Patrone, fresca laureata in Giurisprudenza. L’ipotesi di reato è favoreggiamento. La giovane sarà giudicata a Pordenone. Se dal gup o dal tribunale monocratico, spetterà alla difesa sceglierlo.
Ma non c’è alcuna fretta. I pm potrebbero chiedere anche più di una proroga per la chiusura delle indagini preliminari, attendendo gli sviluppi della Corte d’assise di Udine, dove sarà processato, invece, a partire dal 10 ottobre, Giosuè Ruotolo. Un’attesa che potrebbe protrarsi anche fino ai primi mesi dell’anno prossimo.
L’avvocato Costantino Catapano, che difende Patrone, sta valutando la strategia difensiva e la scelta del rito. Prima di decidere, però, il legale campano chiederà un colloquio con i pm titolari dell’inchiesta, Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro.
Intanto la difesa di Ruotolo ha acquisito gli ultimi quattro faldoni relativi all’inchiesta e avanzato richiesta per le ultime copie forensi mancanti dei supporti informatici esaminati dai consulenti della Procura. Gli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, che difendono l’ex militare campano, si preparano alla controffensiva.
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