Fidanzati uccisi, in aula l’avvocato Coppi per l’ultima chance di Ruotolo in Cassazione

PORDENONE. Mercoledì in Cassazione scoccherà l’ora del verdetto finale per l’ex militare di Somma Vesuviana Giosuè Ruotolo, 31 anni, in carcere dal 6 marzo 2016 per l’omicidio dei fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone. Freddati con sei colpi di pistola all’uscita dalla palestra di pesistica in via Interna a Pordenone il 17 marzo 2015. Ruotolo è stato condannato in primo e secondo grado all’ergastolo con due anni di isolamento diurno.
Al banco della difesa dell’imputato, dinanzi alla Suprema corte, ci sarà anche il professor Franco Carlo Coppi, 82 anni, l’avvocato più famoso d’Italia, che nella sua lunga carriera ha difeso, fra gli altri, Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi. Per le parti civili, i familiari di Teresa e Trifone, saranno presenti gli avvocati Nicodemo Gentile, Serena Gasperini, Daniele Fabrizi, Giacomo Triolo, Carla Sgarito, Antonio Cozza.
Coppi ha accettato di patrocinare la difesa di Ruotolo, affiancando i suoi legali di fiducia Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern, che hanno scritto il ricorso a quattro mani. È stato proprio quest’ultimo, tramite una sua conoscenza, a contattare il professore. In aula il caso sarà discusso per la difesa da Coppi ed Esposito.
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«È stata una scelta condivisa – ha precisato Rigoni Stern – per avere un appoggio su Roma. Abbiamo avuto la soddisfazione di sentirci dire dal professore che più di questo non si sarebbe potuto fare, l’attività difensiva è stata ineccepibile, tutto ciò che si poteva fare, è stato fatto. Adesso bisogna convincere i giudici della Cassazione che l’impianto argomentativo della sentenza della Corte d’assise d’appello è lacunoso e fondato su basi fattuali illogiche e contraddittorie».
Ruotolo attenderà il verdetto, previsto in giornata, in carcere a Belluno. Sarà uno dei pochissimi processi con discussione in aula. Dopo la pandemia si privilegia infatti la trattazione scritta. Quali sono, in astratto, i possibili verdetti? Tre gli scenari: conferma della sentenza di condanna, che diventerebbe così definitiva, annullamento con rinvio (in tal caso si ritornerebbe in appello), annullamento secco (che comporterebbe la scarcerazione dell’imputato). Diametralmente opposte le attese delle parti.
«L’auspicio di Ruotolo e di tutti noi – ha detto Rigoni Stern – è che ci sia una riforma della sentenza». L’avvocato Esposito, che è rimasto in costante contatto telefonico con Ruotolo, ha evidenziato come il suo assistito sia «sempre stato fiducioso al di là degli esiti, ha sempre rivendicato la sua innocenza».
«Mi aspetto una conferma della sentenza – ha osservato Carmelina Parello, mamma di Teresa – per poter finalmente voltare pagina: non ci sono dubbi. Vorrei ringraziare i pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro, l’allora procuratore Marco Martani, i carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Pordenone, a partire dal comandante Pier Luigi Grosseto, che hanno lavorato con tanta dedizione, sono arrivati alla verità sul caso e sono riusciti a dare giustizia a Teresa e Trifone. Ringrazio anche i giudici che dopo uno studio meticoloso degli atti hanno emesso i verdetti». —
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