Festeggia 101 anni con Molmenti

Un’anziana a Casa Serena. E in precedenza l’olimpionico ospite al Vendramini

Daniele Molmenti vince la medaglia della generosità. L’oro di Londra si conferma ancora una volta non solo un grande per le sue vittorie e i traguardi olimpici ma anche per il legame e l’affetto dimostrati ogni giorno al territorio pordenonese e ai suoi abitanti. Un sorriso inesauribile che si rivolge a tutti senza distinzioni di età: giovani e anziani.

Ieri pomeriggio Molmenti, accolto da don Matteo Pasut e da tutto il personale, ha partecipato a Casa Serena a un compleanno speciale, quello di Stella Gattel, campionessa in un altro campo, visto che ieri ha festeggiato 101 anni. Una festa calorosa, a tratti commovente, a cui si sono uniti per gli auguri, tra musiche, brindisi e il taglio di una grande torta, i familiari e tutti gli ospiti della struttura. Tra loro i centenari, diventati una classe numerosa. Il campione, tra l’emozione di tutti, ha augurato buon compleanno alla festeggiata, apparsa felice e emozionata. E con lei, ieri, tutti hanno avuto l’occasione di incontrare e parlare “dal vero” con il grande campione che, come sempre, si è dimostrato simpatico, disponibile e generoso, accogliendo di buon grado le numerose richieste per foto e autografi.

Molmenti ha anche sottolineato il legame speciale con il quartiere di Torre adducendo una “presunta” e speciale qualità dell’acqua di una fonte che lì sorge e aggiungendo: «Qui c’è la storia di un quartiere e non solo - ha detto il canoista della Forestale –. Mi hanno invitato per festeggiare un compleanno di 101 anni! Sono io a essere onorato di poter vedere le persone che hanno reso anche la mia vita a Torre possibile. Gli anziani sono la nostra storia, ascoltarli e rispettarli è essenziale per capire il presente e imparare dalla vita».

Al mattino Daniele Molmenti aveva incontrato una diversa platea, quella dei giovani studenti dell’istituto Vendramini, in cui erano presenti anche Pamela Pezzutto, argento alle Paralimpiadi di Londra nel tennistavolo, e Mauro Baron, direttore tecnico delle squadre nazionali della Federcanoa per le specialità olimpiche. Da una lezione sulla canoa, al percorso che l’ha portato a vincere le Olimpiadi. L’olimpionico di kayak ha spiegato agli studenti che «all’inizio dell’attività sportiva ho seguito le orme di mio fratello. Prima facevo nuoto e poi judo, poi, da studente-atleta, al mattino dovevo stare attento a lezione per potermi allenare il pomeriggio». Poi tanta fatica fino alla vittoria dell’1 agosto, a Londra, nel giorno del 28° compleanno. Infine l’incoraggiamento di un campione nello sport e nella vita: «Ragazzi, non ponetevi mai alcun limite e lottate per raggiungere i vostri sogni».

Paola Dalle Molle

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