Ferrari “mascherata”, multa a Ruoso

In realtà era una Nissan, sequestrata nel 2008 dalla Finanza. La difesa: già assolti dall’accusa più pesante, ricorreremo
FOTO MISSINATO - GARAGE VENEZIA
FOTO MISSINATO - GARAGE VENEZIA

PODENONE. Una Nissan “scambiata” per una Ferrari mette in difficoltà il patron del Garage Venezia (nonché di Tpn) che, assolto dall’accusa di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, si vedrà distrutta l’automobile contestata, salvo una decisione contraria in appello.

La vicenda, che aveva preso le mosse nel 2008, si è conclusa ieri a palazzo di giustizia davanti al giudice monocratico Eugenio Pergola. Forse mai avrebbe pensato Mario Ruoso, 74 anni, di Porcia, che quella replica del Cavallino Rampante gli avrebbe procurato tante noie.

L’imprenditore avera acquistato una Nissan somigliante a una Ferrari Gto, esponendola nello show room. All’interno campeggiavano degli scudetti della Ferrari. L’auto venne acquistata da un cliente per 41 mila euro.

La Nissan, però, non uscì mai dall’autosalone in quanto la guardia di finanza la sequestrò immediatamente: «Porta i segni contraffatti della Ferrari», era l’accusa.

Da qui le due imputazioni: introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (pena, in caso di condanna, da uno a 4 anni e 35 mila euro di multa) e l’esposizione e vendita di una Nissan replica Ferrari in violazione di un valido titolo di proprietà industriale (violazione che prevede una sanzione pecuniaria). Durante il processo sono stati sentiti diversi testimoni, tra i quali il responsabile della Ferrari per le auto d’epoca.

La difesa, sostenuta dagli avvocati Bruno Malattia e Renato Vollaro, ha prodotto i listini di due Ferrari Gto (sono 60 quelle in circolazione), 35 e 30 milioni all’asta, dimostrando che i marchi distintivi incollati sono in libera vendita nei negozi Ferrari e nelle bancarelle; quanto alla “confusione” tra i due modelli, è stato dimostrato che i vetri e la carrozzeria in vetroresina riportava ben visibile il marchio Nissan.

Mario Ruoso è stato assolto dalla prima imputazione e multato, 600 euro, per la seconda. Il giudice ha ordinato la confisca e la distruzione dell’auto.

«Faremo appello – dichiara l’avvocato Bruno Malattia – in quanto non è stato violato alcun titolo di proprietà. Il nostro assistito ha tenuto una condotta ineccepibile». In attesa del secondo grado, la Nissan, “sigillata” dal 2008, resta sotto sequestro.

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