«Fermiamo le cave» Cura Roveredo si mobilita contro “Lovera” e “Villotte”

Il comitato “Cura Roveredo” contro due cave, una quella delle Villotte, definita «la cava di altri a casa nostra», e la Lovera, per le quali è previsto un ampliamento.
I cittadini, che da oltre un anno svolgono attività di pulizia del territorio, si oppongono ai due progetti e hanno predisposto un volantino che viene distribuito in questi giorni in paese. «L’argomento delle cave è complesso – affermano –, ma sappiate che questo è solo un primo passo. Per quanto possibile e compatibilmente con le nostre conoscenze e capacità ci batteremo contro delle scelte che, a nostro modo di vedere, sono assurde, pericolose, non rispettose del nostro territorio e men che meno dei sacrifici di molti nostri concittadini che hanno investito i sudori di una vita nelle loro case».
Per la cava della località Villotte, visibile dalla ex provinciale Pordenone-Aviano, affermano che «il ciglio della nuova cava, in bella evidenza all’entrata del paese, dista solo 800 metri dalla chiesa di Roveredo e a pochi metri dalle case e da alcuni esercizi commerciali. Anche se il territorio è di San Quirino, la cava si sta scavando all’entrata del nostro paese e questo rappresenta un danno per Roveredo in Piano e per gli abitanti».
Rilevano alcune discrepanze nella documentazione: nel decreto regionale di autorizzazione, la cava viene collocata ad Altavilla di Fagagna, l’area dove insiste è a destinazione agricola e non è stato rispettato l’invito a coinvolgere le amministrazioni comunali per il problema dei rumori.
L’altra cava presa in considerazione è la Lovera, per la quale è stata prevista una ulteriore escavazione: da 16 metri si è passati a 25 metri. Secondo il comitato si tratta di 540 mila metri cubi che porta il limite solo a qualche metro dalla falda freatica.
«Con la scusa – prosegue – di ridare una area a un’associazione di aeromodellisti, cacciati in malo modo dall’area in zona agricola in cui per circa 20 anni avevano praticato la loro attività, l’amministrazione chiede in prestito un’area della cava ancora vergine per farci l’area di volo. In cambio ai cavatori viene consentito di scavare a una maggiore profondità al fine di recuperare i 540 mila metri cubi di ghiaia temporaneamente non scavati, considerando normale e non pericoloso avere macchine operatrici separate dalla sottostante falda freatiche di solo 4,5 metri di ghiaia. Sempre in cambio – si aggiunge – viene imposto ai cavatori di riempire il “buco” con materiali di scarto provenienti da scavi».
Il comitato lancia un messaggio: «Fermiamoli, ricordiamoci dell’atrazina che per anni ha condizionato la nostra vita e salute solo perché usata in un terreno ghiaioso a monte del nostro Comune». —
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