Fedriga attacca i medici pro-migranti: «Atto grave, in Fvg i porti restano chiusi»

La lettera-appello con cui oltre 180 medici chiedono alla Regione Fvg di aprire i porti e accogliere i migranti della Sea Watch non gli è affatto piaciuta. Si professa «deluso», considera la missiva «un atto grave». Di più: Massimiliano Fedriga si prepara a inviare a sua volta - lo farà già oggi - una lettera per chiedere chiarimenti sulla presa di posizione del personale medico. Il documento con la firma del governatore avrà come destinatari i direttori delle Aziende sanitarie e delle strutture ospedaliere regionali.
«La libertà di esprimere le proprie idee politiche è legittima, molto legittima – esordisce Fedriga –. Ma usare la professione medica per fare critica in maniera strumentale è fuori da qualsiasi logica che dovrebbe contraddistinguere dei professionisti: chi ha vergato quella lettera ha parlato da medico, non da libero cittadino».
Il presidente della Regione annuncia di voler rispondere ufficialmente alla lettera, inviando la richiesta formale di spiegazioni a direzioni delle aziende e degli ospedali, «perché non è possibile utilizzare la professione medica per fare politica: è fuori da ogni limite di correttezza. Provvedimenti disciplinari? Mi auguro di no, non li vorrei proprio, anzi. Ma spero che si rendano conto della gravità del loro atteggiamento». Il numero uno della giunta regionale si dice «deluso», perché «conosco personalmente molti dei medici che hanno firmato quel documento e si tratta di medici di estrema valenza».
I medici si erano appellati al governatore e al sindaco di Trieste Roberto Di Piazza «perché dichiarino aperti i nostri porti e le nostre strutture per accogliere queste poche decine di migranti e prioritariamente bambini e minori». Quasi scontata la risposta alla richiesta: «Non ho le competenze sui porti, ma se ce l’avessi li chiuderei a doppia mandata – spiega determinato Fedriga –. Non saremo mai complici degli scafisti, né di chi pretende di arricchirsi con la tratta di esseri umani».
Nella petizione, che ieri ha raggiunto e superato le 180 adesioni, si parla anche di minori «facendo riferimenti puntuali: ma nessuno sa quanti minori, quante donne siano a bordo della Sea Watch. L’ong sta utilizzando queste persone per fare un’indebita pressione politica. Voglio infatti sottolineare che, nel momento in cui stava arrivando il maltempo, mettendo a rischio gli stessi immigrati, Sea Watch ha ricevuto indicazioni di dirigersi verso la Tunisia, zona sicura più vicina. Viceversa, contravvenendo alle indicazioni ricevute, ha deciso di sfidare il tempo e proseguire la rotta verso l’Italia». Sui social si sono scatenate le reazioni di decine di persone, che hanno criticato aspramente - quando non insultato - i medici che hanno sottoscritto il documento.
Fedriga, infine, si scaglia contro i tre parlamentari (Magi di +Europa, Fratoianni di Si e Prestigiacomo di Fi) che ieri mattina sono saliti a bordo dell’imbarcazione battente bandiera olandese: «Hanno compiuto un atto illegale per meri fini propagandistici, che rischia di agevolare i traffici, mentre da quando Salvini è al Viminale le morti in mare e gli sbarchi sono drasticamente calati».
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