Fazioli e il “sogno infranto” di Nick Cave: ecco perché era impossibile avere un pianoforte gratis

PORDENONE. I pianoforti Fazioli non si regalano. Nemmeno a Nick Cave, carismatico cantautore australiano che si è innamorato di quello che ha suonato all’Alexandra Palace a Londra tanto da sperare e che gliene venisse consegnato uno a domicilio. Gratis.
Il sogno di un “cadeau” da 200 mila sterline, raccontato sul web, si è presto trasformato in un assalto mediatico da parte dei fan del rocker all’azienda a Ronche. Ma proprio sul web, sul blog theredhandfiles.com da dove tutto era partito, il musicista ha fatto marcia indietro. «Il mio post era un pezzo leggero da non prendere sul serio – ha postato l’artista –. Sembra che alcuni dei miei fan abbiano reagito in modo un po’ zelante al mio ultimo Red Hand File e abbiano contattato l’azienda italiana “incoraggiandola” a regalarmi un Fazioli».
Cave ha rilasciato anche delle precisazioni sul dialogo telefonico avvenuto tra il manager del musicista e la Fazioli. Una conversazione su cui è stato accentuato «l’effetto comico» ha spiegato Cave, aggiungendo: «Lo tsunami che si è scatenato via mail ha lasciato un po’ scossi i nostri amici: quindi niente più mail a Fazioli per favore».
Una bufera mediatica che ha colpito in pieno l’azienda di Sacile, che ha precisato anche a Cave quella che è la sua politica nei confronti di musicisti, per quanto famosi. La produzione nello stabilimento in via Ronche è su ordinazione: sono 140 i “gioielli” a coda costruiti ogni anno e non è mai stata prassi regalarli. «La conversazione telefonica avvenuta fra il manager dell’artista e l’azienda stessa è stata riferita da Cave in maniera paradossale – hanno precisato alla Fazioli – e romanzesca. Non letterale».
Un colpo di fulmine, quello che ha colpito Cave quando ha sfiorato i tasti del Fazioli a Londra. «Il suo suono caldo, morbido e sfumato mi ha parlato come se nessun pianoforte mi aveva mai parlato prima – aveva spiegato sul blog il musicista –. Sono stato travolto dalla sua straordinaria gamma tonale. Mi ha sussurrato, mi ha ruggito. Era lo strumento più bello che avessi mai suonato». Una vera e propria dichiarazione d’amore che ha alimentato la speranza che tanta stima potesse essere corrisposta con un dono da parte dell’azienda sacilese, nonostante Cave si professi «individuo di sani principi». «Non ho mai sponsorizzato uno strumento musicale ma ho adorato quel Fazioli – ricostruisce Cave –. Così ho detto al mio manager: è tempo di vendere la mia anima. È ora di telefonare e farmi dare un Fazioli». Niente da fare. Poi il racconto, abbellito per stessa ammissione di Cave, della telefonata, resa pubblica sul web.
«Lo scambio di mail tra il manager di Cave e la Fazioli è stato professionale e gentile – fa sapere l’azienda di Ronche –. Anche nella motivazione». Una querelle che non offusca l’amore di Cave per il pianoforte sacilese e tanto meno per i suoi produttori. Lo dichiara lo stesso Cave nel suo blog: «Sono persone meravigliose». —
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