Famiglia di panificatori da 4 generazioni: festa per il primo secolo di vita di Piccinin

Da Emilio nel 1919 a Flavio, che col suo staff ha già impostato il futuro. Sabato il ricevimento con clientela e cittadinanza 

la storia

Laura Venerus

Quattro generazioni, cent’anni di storia e l’entusiasmo del primo giorno: questi gli ingredienti del panificio Piccinin di via della Ferriera, che sabato festeggerà il secolo di vita insieme alla clientela e alla cittadinanza.

La particolarità di quest’attività, che la rende una perla rara nel panorama del commercio, sta non soltanto nella continuità ma anche nella gestione familiare, in un passaggio del testimone che prosegue di padre in figlio e che coinvolge anche i coniugi.

Era il 1919 quando Emilio Piccinin, tornato a casa dal fronte bellico, decise di dare una mano alla sorella Rosina nel piccolo forno a ridosso della linea ferroviaria, nel medesimo luogo dove si trova oggi il panificio, naturalmente ristrutturato negli anni.

Allora, come oggi, la priorità sta nelle materie prime, selezionate e di qualità, e nella lavorazione artigiana che rispetta i tempi e i metodi di lievitazione.

Nel 1923 si è passati a un forno più grande, che permetteva di poter aumentare la produzione e realizzare pani integrali o all’olio.

Negli anni Trenta Emilio comincia ad avvicinare a questo mestieri i figli Anna e Giuseppe, la seconda generazione, e a loro volta il figlio Flavio, la terza generazione. Il panificio diventa “affare di famiglia”, capace di attrarre anche chi non discendente della famiglia ma vi si avvicina, come Rita, che faceva la sarta per i Marzotto e, nonostante il lavoro in panificio, non ha mai abbandonato il cucito, realizzando le divise e i grembiuli che ancora oggi vengono utilizzati in negozio.

Passano gli anni e il consumo del pane cambia: non è più sufficiente preparare soltanto pagnotte ma la produzione si diversifica aggiungendovi la gastronomia, la pasticceria da forno, la focacceria e la pizzeria: piatti pronti per un mondo che corre sempre più veloce.

Anche Piccinin cambia, si rinnova, come nel 1989 quando il negozio ha subito il restyiling nell’arredamento e nell’immagine esterna, ma l’anima rimane la medesima: il pane e i lievitati hanno il loro tempo che nulla può cambiare. E quindi l’unica soluzione è puntare la sveglia quand’è ancora notte e impastare, informare e preparare per la mattina. È Flavio oggi che si occupa di questo processo, ma è consapevole che dopo di lui c’è la quarta generazione dei Piccinin che continua, nonostante i sacrifici che un’attività di questo tipo necessita, l’attività di famiglia.

«Le nuove generazioni hanno più opportunità d’imparare – afferma Flavia –. Ascom in questo aiuta molto perché fornisce un confronto continuo. Il problema dei giovani d’oggi non è tanto l’orario di lavoro, quanto la pazienza che questo necessità per farlo per bene».

Il solido gruppo del panificio Piccinin è composto oggi da Anna Giulia, Adele, Amerigo, Antonella, Flavio, Riri, Anna, Rita, Manuela e Flavia.

Le premesse per proseguire oltre il primo secolo ci sono tutte: un bel gruppo di giovani ragazzi si presenta sorridente da dietro il bancone, con entusiasmo e cordialità. È la quarta generazione che tiene alto il nome del panificio Piccinin. E che si prepara a stappare lo spumante sabato alle 18 per festeggiare i primi cento anni.

Il panificio Piccinin sarà tra le attività premiate nella serata targata Ascom Confcommercio prevista per il 4 novembre che premierà i Maestri del commercio. —



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