Falsi prosciutti dop: una messa alla prova e quattro a processo

Sentiti i consulenti tecnici delle difese, a marzo parlerà il pm Nell’unico patteggiamento escluso il vincolo associativo 



Una messa alla prova, un patteggiamento, quattro processi con rito abbreviato condizionato (e dunque sconto di pena in caso di condanna): 6 indagati su 24 per i falsi prosciutti dop hanno già scelto la loro strada giudiziaria. Gli altri diciotto affronteranno invece l’udienza preliminare, salvo diverse valutazioni in itinere, ancora possibili.

La Procura ha contestato a vario titolo le ipotesi di frode nell’esercizio di commercio e contraffazione di alimenti dop e a solo a otto una truffa tentata e una consumata per il conseguimento di contributi regionali. Il pm Marco Brusegan aveva ipotizzato l’associazione per delinquere (ritenuta non provata a suo tempo da Riesame e Cassazione) per otto indagati: l’imprenditore sandanielese Stefano Fantinel (Cda di Gruppo Carni friulane), il veterinario di Campoformido Aurelio Lino Grassi, Carlo Venturini, di Gemona, procacciatore di suini, Sergio Zuccolo, di Varmo, ex consigliere nel Gruppo Carni, Renzo Cinausero, di San Martino al Tagliamento (amministratore di Gruppo Carni), e Loris Pantarotto, di Morsano, ad di Gruppo Carni, i dipendenti del macello di Aviano Elena Pitton di Zoppola e Michele Pittis di Codroipo (quest’ultimo, difeso dall’avvocato Gian Lucio Morassutti, ha concordato un patteggiamento con pena sospesa e con l’esclusione del vincolo associativo). Il pm Carmelo Barbaro, che ha ereditato il fascicolo, ora sta facendo delle valutazioni sull’associazione.

Hanno scelto il rito abbreviato condizionato Franco Pinardi, 63 anni, residente a Pordenone (avvocato Gian Lucio Morassutti); Elisa Borin, 35 anni, di San Pietro di Feletto (avvocato Cristiana Polesel); Giuseppe Presacco, 61 anni, di Rivignano-Tor (avvocato Piergiorgio Bertoli); Nadia Di Giorgio, 52 anni, di Remanzacco (avvocato Lara Cisilino).

Ieri il gup Rodolfo Piccin ha sentito i consulenti delle difese: il luminare Valerio Giaccone per i veterinari Borin e Pinardi, Edi Sanson per l’allevatore Pressaco. L’allevatrice Nadia Di Giorgio ha reso invece l’esame. Giaccone ha ricostruito con precisione i compiti che spettano ai veterinari per l’accertamento post mortem sui suini.

Sanson ha evidenziato che l’unica partita di cosce – 60 in tutto – per la quale è stato chiamato in causa Pressaco era stata declassata il 5 dicembre 2016, ovvero tre giorni dopo l’arrivo al macello e a conclusione delle verifiche: insomma, secondo la difesa, quella partita non è mai diventata dop. Il 23 marzo la parola passerà al pm Barbaro e alle parti civili, il 18 maggio invece sarà il giorno delle difese.

Ha chiesto la messa alla prova Filippo Sbuelz, 44 anni, tecnico del Psr del gruppo Carni friulane (avvocato Rosi Toffano), per il quale il pm ha ipotizzato un coinvolgimento marginale nelle ipotesi di truffa ai danni della Regione, (per sei mesi presterà servizio alla cooperativa Itaca): se andrà a buon fine, il reato sarà dichiarato estinto. —



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