Falsi prosciutti Dop, il pm: suini trattati con la candeggina

PORDENONE. «...Sono stufa di avere analisi non conformi», sbotta al telefono la veterinaria Elisa Borin, consulente del macello di Aviano martedì 4 ottobre 2016. E invita Michele Pittis, dipendente del Gruppo carni friulane, a ricominciare con il «lavoro sul vascone». I suini, dopo essere stati dissanguati, vengono immersi in una vasca con l’acqua calda, dove vengono scottati per essere privati delle setole.
Telecamere al macello
In quella telefonata si parla lungamente di un lavoro da fare, ma senza entrare nel dettaglio. La polizia giudiziaria, che sta indagando sui falsi prosciutti dop, comincia a sospettare che si tratti di una pratica illecita. E il pm Marco Brusegan ottiene di poter installare delle telecamere proprio nei pressi del vascone, per verificare che cosa abbiano intenzione di fare.
Batteri oltre il limite
Le analisi sui campioni prelevati il 21 settembre 2016 dalla veterinaria hanno evidenziato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il superamento dei limiti delle enterobacteriacee. Un gruppo di batteri molto ampio, che può comprendere, per esempio, Escherichia Coli, Salmonella, Shigella. Ecco perché viene consigliato di rifare il «lavoro sul vascone». Borin quindi telefona all’allevatore Renzo Cinausero, informandolo del pessimo esito delle analisi e gli ribadisce il suggerimento. Cinausero risponde che provvederà a istruire un altro collaboratore del macello.
La mail
Il 6 ottobre Elisa Borin invia una e-mail al macello, a Cinausero, Pantarotto e Stefano Fantinel, evidenziando che dai tamponi microbiologici eseguiti a settembre è emersa la presenza, sia nell’ambiente che sulle carni, di ceppi di escherichia coli e di enterobatteri. Secondo la veterinaria è necessario sospendere l’attività di macellazione per permettere operazioni di pulizia straordinaria e disinfezione di tutto il macello. Cinausero commenta con Pittis: «Gli ho detto tante volte: “Cosa serve fare tutte queste sceneggiate, ste robe...Manda al Gruppo carni, ci troviamo, facciamo una riunione...». Si organizzano poi per fare le operazioni di pulizia per il fine settimana. Verificheranno lunedì, con altri tamponi, se la situazione sia migliorata.
I regolamenti
Il regolamento Ce prevede che qualora i livelli di enterobatteriacee sulle carcasse dei suini siano superiori al limite, devono essere migliorate le condizioni igieniche delle operazioni di macellazione, ma non sono previsti provvedimenti restrittivi per le carni, perché comunque non devono essere consumate crude. Il problema è invece un altro: il prodotto versato nel vascone. Il regolamento Ce specifica che devono essere utilizzati esclusivamente addittivi autorizzati, le cui dosi e tipologie sono specificate nei protocolli di ciascuna azienda. Invece, dalle intercettazioni emerge che gli indagati non conoscevano le dosi. Non si trattava, quindi, di una procedura codificata.
Sostanze contaminanti
La Procura di Pordenone ritiene di aver scoperto che le carcasse dei suini siano state trattate con ipoclorito di sodio. «Tu sai dov’è la candeggina, quella che si mette dentro la vasca?», domanda Pittis al dipendente. Una sostanza che il consulente tecnico nominato dal pm, Daniele Sisto, direttore della struttura complessa Igiene degli alimenti di origine animale dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 5 definisce «contaminante». Le carcasse di suini, immerse per diversi secondi nell’ipoclorito di sodio diluito in acqua «sono considerate non adatte al consumo umano» e ai sensi dei regolamenti vigenti, scrive ancora nella sua relazione il dottor Sisto, «non possono essere immesse sul mercato.
Vaccini scaduti
Gli inquirenti ritengono anche che siano stati somministrati in alcuni casi ai suini vaccini scaduti, vanificando così l’effetto della profilassi. Perché? «È un peccato buttarlo via, no?», dice un allevatore.
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