Fallimento per l’Effezeta: in 136 verso la mobilità

PREMARIACCO
Quello che ormai ci si attendeva, ossia la peggiore delle ipotesi, è arrivato: l’Effezeta è fallita. Il triangolo della sedia incassa un altro colpo con la chiusura di una storica società da anni attiva sul territorio. E ormai, ai 136 operai è rimasta solo la cassa integrazione straordinaria alla quale seguirà la mobilità. Pochi giorni fa, fa sapere Stefano De Zotti della Fillea Cgil, «i libri contabili sono stati portati in tribunale ed è stato dichiarato il fallimento». Una situazione che il sindacato definisce socialmente tragica, mettendo alla sbarra la politica.
Da diversi anni in difficoltà l’Effezeta pareva aver trovato una sua strada per riprendersi dalla crisi che dal 2001 interessa moltissime aziende del triangolo della sedia. L’ingresso nel pacchetto azionario di un fondo svizzero pareva aver messo in sicurezza i 136 lavoratori. Ma da questo fondo, continua De Zotti, «non abbiamo mai avuto alcun piano industriale particolare. Fino a dicembre 2010 sembravano esserci segnali positivi. Poi a inizio anno siamo stati convocati dalla proprietà che ci ha comunicato lo stato di difficoltà, problemi finanziari creati da un buco di circa 5 milioni di euro». Poi una flebile speranza, l’ipotesi dell’ingresso di una cordata di imprenditori cinesi. E infine la doccia fredda: il fondo svizzero che molla tutto e l’offerta troppo bassa da parte degli orientali. A nulla sono serviti i presidi delle scorse settimane, se qualche speranza era rimasta, ora è stata spazzata via. Ora, fa sapere De Zotti, «attendiamo di essere convocati dal curatore fallimentare. Con lui cercheremo di concordare un altro anno di cassa integrazione oltre a quello firmato ad aprile e poi si prospetta la messa in mobilità e quindi il licenziamento».
Ma tornando alle responsabilità, De Zotti parla di «assenza della politica. Non ho mai visto il sindaco di Manzano, Driutti, prendere delle posizioni ben precise». Ma le critiche sono anche per il livello più alto, quello regionale: «Tondo si era speso prima delle elezioni sul manzanese, che venga a fare una passeggiata da queste parti».
E infine l’assessore regionale Seganti: «nonostante un incontro con lei, non è arrivata una risposta concreta. Se la Regione ha deciso che il manzanese non ha più senso che lo dica chiaramente».
Gianpiero Bellucci
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