Fa caldo, a scuola vietato aprire le finestre: gli studenti sudano e i genitori protestano

UDINE. L’estate è ormai alle porte e la colonnina di mercurio supera i 30 gradi. Aprire le finestre spesso è l’unico conforto, in modo da arieggiare un pochino i locali. Ma al liceo Marinelli le finestre restano chiuse. Al massimo a ribalta.
E i ragazzi boccheggiano, arrivando a casa stanchi e sudati. Al punto tale da suscitare le preoccupazioni dei genitori, che hanno iniziato a lamentarsi. Ma è tutta una questione di sicurezza.
Perché le norme statali in materia impongono la chiusura per evitare incidenti – ragazzi per esempio che per scherzo si sporgono o si spintonano, inciampano e finiscono catapultati fuori dal balcone – o persino suicidi.
Al liceo scientifico Marinelli, durante un recente intervento della Provincia di Udine (allora competente in materia di edilizia scolastica), sono stati sostituiti tutti gli infissi.
Al posto delle vecchie finestre a battente, ora ci sono quelle a ribalta (che possono anche aprirsi a battente). Da allora è vietato aprirle. C’è persino una circolare interna che lo impone. E così restano in “vasistas”, cioè aperte verso l’interno.
Qualcuno parla di una interpretazione molto restrittiva del dirigente, Stefano Stefanel, altri invece sottolineano l’importanza delle regole e della necessità di farle rispettare.
Dal canto suo Stefanel, raggiunto al telefono, ha preferito non commentare, limitandosi a ricordare che «le finestre sono nuove e i ragazzi non patiscono il caldo». Fatto sta che altre scuole hanno optato per una linea più morbida.
C’è poi da tenere in conto che tra due settimane inizieranno le prove della maturità e le temperature diventeranno ancora più roventi. Ecco perché alcuni genitori hanno deciso di chiedere spiegazioni: spesso al termine delle cinque ore di lezione, in classi da 25 o 30 adolescenti, l’aria diventa irrespirabile.
Per i ragazzi e anche per gli insegnanti. E questo in condizioni di temperatura esterna nella norma. Ma se la colonnina di mercurio sale, tutto diventa più difficile. Da dire però che le responsabilità che ricadono sul dirigente scolastico sono totalizzanti.
Qualsiasi cosa accada a scuola, grava sul preside. E, infatti, anche la presidente regionale dell’Anp, l’Associazione nazionale dei presidi, Teresa Tassan Viol, tiene le finestre al massimo a ribalta nella scuola che dirige (il liceo Leopardi Majorana di Pordenone).
Ma ha dotato l’istituto di una serie di ventilatori che aiutano i ragazzi. «Capita che gli studenti si sporgano dalle finestre, anche per scherzo – ha confermato Tassan Viol –. Ecco perché, anche nella mia scuola, le finestre restano di norma tutte a ribalta.
Ma gli infissi di sicurezza dovrebbero accompagnarsi a sistemi di raffrescamento, se non condizionamento, che in genere si fa più fatica a trovare nelle nostre scuole. Credo sia meglio sopportare un po’ di caldo, ma garantire il livello di sicurezza e diffonderne la cultura, invece di finire sempre per ammiccare alle norme e poi i principi vanno a farsi benedire.
Le norme di sicurezza sono state pensate per i ragazzi, ma nelle aule ci sono anche gli insegnanti. Capisco il problema, perché è realtà anche nella mia scuola quando le temperature salgono. Ho cercato di ridurne l’impatto comprando un numero incredibile di ventilatori».
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