Ex casa di riposo, futuro incerto

Struttura chiusa, si discute sulla destinazione dell’immobile

ANDREIS. Con il primo gennaio ad Andreis è terminata un’era. Ha infatti chiuso per sempre i battenti la casa per anziani del paese. Si trattava di un’autentica istituzione per Andreis, ma anche per la Valcellina e per l’intero mandamento del Maniaghese. In decine si sono rivolti al centro nel corso dei tanti anni di attività. Tanto che l’altro ieri in paese sono stati svariati i residenti e gli amministratori, attuali ed ex, a ricordare i bei momenti vissuti dalla comunità.

Il sindaco Romero Alzetta ha dovuto firmare il provvedimento di chiusura praticamente sotto la minaccia di azioni legali. La Corte dei conti non avrebbe infatti accettato ulteriori sovvenzioni alla casa da parte del Comune, pena l’addebito delle relative somme a carico dei componenti della giunta. E in ogni caso le casse municipali non potevano sostenere ulteriori uscite per questo oneroso capitolo di spesa. «Quando sono stato eletto ho spiegato che avrei gestito nel modo più tecnico possibile il Comune, senza la ricerca di conferme e di voti – ha commentato il primo cittadino di Andreis –. Ma avrei voluto fare a meno dell’onere di dire addio alla struttura per anziani. Le abbiamo provate tutte, bussando alle porte di Regione ed enti superiori. Nessuno ha fatto o potuto fare nulla. Non ci è stata riconosciuta neppure la possibilità di aderire a bandi regionali di accorpamento perché gli stessi riguardano i pazienti non autosufficienti». Agli inizi di dicembre, quando è stata assunta la decisione definitiva, la casa per anziani costava 250 mila euro all’anno, solo in minima parte coperti dalle rette. Non potendo ipotizzare un pagamento interamente a carico dell’utenza, la struttura è stata chiusa. L’ultimo ospite se n’è andato poco prima delle feste natalizie. Ripuliti i locali e recuperati i materiali che negli anni sono stati donati dal Comune, ora l’immobile è desolatamente vuoto e in paese si discute di come riutilizzarlo.

I sei dipendenti della cooperativa Itaca sono già stati reinseriti in altre attività dopo specifici accordi con le rispettive rappresentanze sindacali. Analoga sorte per gli ultimi sette ospiti rimasti ad Andreis (durante la bella stagione la quota di degenti raggiungeva anche le undici unità). In questo modo sparisce l’ennesimo baluardo a favore degli anziani dei paesi di montagna, ora costretti a trasferirsi in pianura da familiari o istituti convenzionati. Con buona pace per le politiche antispopolamento delle zone alpine.

Fabiano Filippin

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