Evasione condannato l’imprenditore Cimolai
Le operazioni finanziarie compiute all’estero non costituivano un investimento, ma erano finalizzate all’evasione di 5 milioni 123 mila euro. Il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti, accogliendo la tesi d’accusa, ha condannato l’imprenditore Luigi Cimolai, 61 anni, quale legale rappresentante della Costruzioni Cimolai Armando spa, a un anno e mezzo di reclusione, senza i benefici di legge. La difesa, sostenuta dall’avvocato Bruno Malattia, parla di «sentenza ingiusta» e annuncia appello.
L’indagine della guardia di finanza risale al 2006, a seguito di un processo verbale di contestazione dell’Agenzia delle entrate, su input della direzione nazionale. Al fine di evadere le imposte, secondo il capo di imputazione formulato dal pubblico ministero Annita Sorti, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie ed avvalendosi di mezzi volti ad ostacolare l’accertamento, la spa avrebbe indicato nella dichiarazione dell’anno di imposta 2005 «elementi attivi in meno rispetto a quanto accertato, con una evasione pari a 5 milioni 123 mila 17 euro». Per la difesa invece si è trattato di investimenti e operazioni reali. (e.l.)
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