Eterologa, a ottobre nasceranno i primi bimbi concepiti al Burlo di Trieste

UDINE. Nasceranno a da ottobre i primi bambini concepiti con tecniche di fecondazione eterologa al Burlo Garofolo di Trieste. Lo ha annunciato il professor Giuseppe Ricci, direttore della clinica ostetrica e ginecologica e responsabile del Centro di procreazione medicalmente assistita, che ha confermato l’esito positivo delle prime fecondazioni eterologhe effettuate all’ospedale materno infantile di Trieste.
Su sette coppie che fino a ora hanno avviato il processo di fecondazione assistita, cinque hanno ottenuto la gravidanza.La fecondazione eterologa (quella che si effettua utilizzando ovociti o spermatozoi donati da una terza persona estranea alla coppia, anonima) è stata autorizzata circa un anno fa in Italia a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, disciplinata in Friuli Venezia Giulia da un decreto della giunta regionale che ne fissa i limiti di età e regolamenta i costi, e materialmente avviata a partire dallo scorso ottobre.
“Delle prime sei pazienti ammesse in questi primi mesi alla fecondazione eterologa – ha spiegato Ricci – cinque donne sono attualmente in gravidanza e le nascite sono attese a partire da ottobre”.
Per l’Istituto triestino si tratta di un importante risultato, legato alla qualità e alla tecnica avanzata sviluppata nel corso degli anni. “I risultati ottenuti in questi anni a Trieste sul fronte della fecondazione assistita sono rilevanti – ha confermato Ricci – le performance di successo sono elevate, e si riflettono anche sul tema della fecondazione eterologa. Abbiamo aderito ai protocolli nazionali e attivato tutte le procedure necessarie non appena è stato permesso dalle norme nazionali, dal decreto applicativo regionale e dagli aspetti tecnici di reperimento dei gameti: i risultati oggi sono concreti.”
Si tratta di un successo di squadra, che comprende un gruppo di ginecologi, il dottor Leo Fischer, le dottoresse Gabriella Zito, Kristina Skerk, Giulia Magoga e un gruppo di biologhe, Elena Giolo, Monica Martinelli, Stefania Luppi e Rita Boscolo.
Solo una perfetta integrazione fra medici che operano sulle pazienti e biologhe che lavorano in laboratorio consente di ottenere risultati eccellenti in questo delicato settore della fecondazione assistita. Peraltro, molti altri operatori e strutture dell’Istituto contribuiscono ogni giorno, direttamente o indirettamente, al mantenimento e allo sviluppo di questa attività.
I risultati riguardano anche la capacità di attrazione dell’Ircss Burlo Garofolo sul tema della fecondazione assistita, omologa e oggi anche eterologa: “Un Istituto di terzo livello come il nostro – ha spiegato il direttore generale, dott. Gianluigi Scannapieco - sta lavorando con grande impegno per fare leva sulle tecniche di fecondazione assistita al fine di attrarre pazienti: i risultati sono incoraggianti, abbiamo centinaia di richieste di avviare le procedure di fecondazione eterologa da coppie provenienti da tutta Italia, e questo è un indicatore di qualità e di futuro sviluppo per l’Istituto".
Alle richieste arrivate attraverso il sistema sanitario nazionale si aggiunge anche una lunga lista di attesa – oltre 120 coppie – che chiedono di accedere al servizio di fecondazione eterologa “non Lea”, ovvero sostenendone l’intero costo.
Il Friuli Venezia Giulia, dopo la Toscana, è la seconda regione italiana ad aver concretamente avviato la fecondazione eterologa disciplinata sulla base dei Lea, ovvero come procedura prevista dal servizio sanitario regionale: vi possono accedere coppie la cui donna non abbia superato i 43 anni di età e che non abbiano già eseguito gratuitamente nel sistema sanitario più di due tentativi di fecondazione in vitro, e il costo del procedimento – se portato avanti fino alla fine – non supera i 500 euro.
Il Burlo Garofolo intende eseguire la fecondazione eterologa anche nelle coppie che non rientrano nei criteri Lea e ha già avviato anche queste procedure.
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