Estromesso il frico friulano dalla festa Burnjak di Stregna

Gli organizzatori annunciano prelibatezze ma al piatto tipico dicono «no grazie». Il produttore Zorzetto: scelta sgradevole. Novelli (Fi): gli sloveni ci discriminano

STREGNA. Castagne a profusione, ovvio, rarità gastronomiche valligiane ben accette e conseguentemente propagandate, ma frico al bando.

Alla golosa specialità friulana il Burnjak di Tribil Superiore di Stregna, radicata manifestazione autunnale che celebra il frutto simbolo del territorio, dice espressamente «no grazie». E il gran rifiuto, messo nero su bianco sulla pagina Facebook della kermesse (la cui data, per inciso, sarà anche quest’anno unica, ovvero domenica 15 ottobre), ha subito acceso la miccia della polemica.

Il re del frico, tanto per cominciare, non l’ha presa affatto bene: per Arnaldo Zorzetto, che nei mesi scorsi ha deciso di chiudere il suo affermato locale cividalese per creare - proprio nelle Valli del Natisone - un laboratorio per la produzione di frico appunto, da distribuire su larga scala, la provocazione assume quasi i toni dell’oltraggio. «Inutile negarlo, ci siamo rimasti molto male», dichiara, sostenendo di non afferrare la ragione e la logica dell’esternazione.

«A Savogna, dove abbiamo aperto la nostra attività - motiva -, siamo stati accolti con estremo entusiasmo. Abbiamo già avviato proficue collaborazioni con le note e affollatissime sagre di San Leonardo e di Vernasso, in Comune di San Pietro al Natisone.

Perché mai inserire una frase del genere sulla pagina Facebook del Burnjak, dando quindi una sorta di ufficialità alla posizione anti-frico? Mai, finora, ci eravamo trovati in una situazione così sgradevole. Noi crediamo nel nostro lavoro e restiamo convinti della bontà della scelta di trasferirci nelle vallate del Natisone, area splendida e dalle enormi ma finora inespresse potenzialità. Dovremmo impegnarci tutti insieme per il suo rilancio: in questo caso però, a quanto sembra, l’obiettivo è diametralmente opposto. Si punta a dividere, non certo ad unire».

Cavalca l’onda il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli: «Perché mai chiudere le porte di una kermesse conosciuta e frequentatissima a uno dei prodotti più rappresentativi della nostra regione?», chiede, parlando di «desiderio isolazionista delle associazioni slovene promotrici dell’evento» e palesando, di conseguenza, la sua interpretazione dei fatti, che riconduce l’incidente diplomatico a una precisa e consapevole politica.

E dal dato contingente del formaggio filante esiliato il ragionamento si sposta, così, sul fronte linguistico: «Evidentemente - insiste Novelli - gli organizzatori della festa, promossa dalla Polisportiva Tribil Superiore-Gorenji Tarbilj in collaborazione con il mercato artigianale della Kmecka Zveza-Associazione agricoltori e altre sette realtà locali, non vogliono essere contagiati dalla friulanità nemmeno in ambito culinario: siamo alla frutta, è davvero il caso di dirlo. Se il frico fosse un prodotto tipico sloveno lo troveremmo esposto su ogni bancarella del Burnjak. Sono convinto che alla precedente amministrazione comunale di Stregna una simile trovata non sarebbe passata neanche per l’anticamera del cervello.

Gli “intrusi” friulani vanno bene, tuttavia, quando raggiungono Tribil per la festa delle castagne e mangiano o fanno acquisiti in loco. Chissà, forse ai sodalizi sloveni dà fastidio perfino la recente apertura del laboratorio di Zorzetto, nuovo (finalmente) insediamento produttivo che non può che portare sviluppo. Siamo di fronte, a mio avviso, a un processo di condizionamento da parte della minoranza nazionale slovena, che sta cercando di isolare sempre più la popolazione slava delle Valli del Natisone, la quale invece andrebbe tutelata e difesa.

Le associazioni slovene vogliono imporre al contesto valligiano la propria lingua, che se fosse per loro dovrebbe estendersi fino a Cividale», conclude il consigliere, che nelle scorse settimane aveva fortemente polemizzato anche sul progetto “Cividale: po slovensko Cedad”, finalizzato a creare un nuovo, particolare percorso di visita (incentrato sugli antichi mercati urbani) nel cuore della città longobarda.
 

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