Esplosione al poligono, nessuno paga

Il presidente dopo 3 anni patteggia 6.840 euro di multa. Niente risarcimento, in sede penale, alla famiglia della vittima
FOTO MISSINATO - ESPOSIONE AL POLIGONO
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PORDENONE. Scoppio al poligono di tiro: il presidente della struttura, il generale Antonio Carrabba, 63 anni, di Roveredo in Piano, ha patteggiato 6 mila 840 euro di pena pecuniaria. La pena, respinta in udienza preliminare dal pubblico ministero, ieri è stata concordata tra le parti davanti al giudice monocratico Roberta Bolzoni. Tre le ipotesi di reato contestate: omicidio colposo, lesioni gravi e incendio. Riconosciuta la continuazione secondo il principio del “cumulo giuridico”, il pm ha prestato il consenso dopo che la difesa del generale, gli avvocati Paolo Dell’Agnolo e Remo Anzovino, avevano depositato una memoria che sollevava da responsabilità sull’incidente Carrabba.

Lo scoppio avvenne il tardo pomeriggio del primo novembre 2008 in via del Tiro a segno: costò la vita a Fernando Toffolo, 50enne di Vigonovo di Fontanafredda e provocò ustioni gravi al direttore della struttura, il 62enne di Pordenone Ettore Mei, a Liano Grizzo, 47enne di Montereale Valcellina (i familiari si sono costituiti parte civile) e a Daniele Moras, 41enne di Sacile.

Al patteggiamento le parti sono giunte calcolando il minimo della pena (da uno a cinque anni) per l’omicidio colposo, diminuita di 8 mesi per le attenuanti generiche, aumentata di un mese per la continuazione, e diminuita di un terzo per il rito: sei mesi di reclusione convertiti in 6 mila 840 euro di multa e mille di spese di costituzione di parte civile. Col patteggiamento restano intatti condizionale e casellario giudiziario e cade il risarcimento, che potrebbe essere quantificato solo in un procedimento civile, già aperto: finora le assicurazioni nulla hanno risarcito alle vittime.

«Siamo soddisfatti perché abbiamo lavorato con molto sacrificio – spiegano gli avvocati Paolo Dell’Agnolo e Remo Anzovino – per cercare di costruire alternativamente la concatenazione di ogni singolo passaggio che ha contribuito all’evento. Questo ci ha portati a documentare e provare che la posizione del generale Carrabba non era certamente di responsabilità, avendo egli dimostrato che alcuna sua omissione è stata davvero la causa dell’incendio e degli eventi di omicidio e lesioni. Naturalmente la scelta del generale Carrabba era quella di poter accedere a una affermazione di mera responsabilità di posizione e avrebbe quindi potuto rendergli accettabile la sanzione di una multa che è esattamente quello che il tribunale ha ritenuto di accogliere». Nella memoria di 40 pagine emerge l’assenza di responsabilità del presidente del tiro a segno e la responsabilità di altre due persone.

Il processo proseguirà il 10 gennaio 2012, ma solo per il direttore del tiro a segno, Ettore Mei, accusato di lesioni gravi e omicidio colposo.

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