Esplode una casa per il gas: un uomo carbonizzato a Udine

Un uomo di 40 anni, Lorenzo Lanzini, è morto carbonizzato questa mattina, attorno alle 6, a Udine, nell'esplosione del suo appartamento. Lo scoppio è avvenuto per una probabile fuga di gas al secondo piano di una palazzina in via Canova 12, una laterale di via Monte Grappa. L'esplosione ha provocato l'inagibilità dell'intera palazzina.
UDINE.
Esplosione in via Canova 12: un ragioniere di 39 anni è morto carbonizzato. Una fuga di gas ha provocato lo scoppio che, ieri mattina, verso le 6, ha svegliato gli abitanti nella zona di via Gorizia. Per il proprietario dell’abitazione, Lorenzo Lanzini, non c’è stato nulla da fare. Il suo corpo è stato trovato sul pavimento della cucina completamente carbonizzato. La casa, una villetta bifamiliare, è ora inagibile. Sul posto i vigili del fuoco, polizia, carabinieri e gli operatori del 118 che hanno soccorso un’anziana rimasta con il figlio senza casa. Tanta la paura tra gli abitanti che dopo aver avvertito il boato hanno visto le fiamme divampare nell’alloggio. Ingenti i danni anche negli edifici e nei negozi vicini.


Erano quasi le 6 quando lo scoppio ha svegliato l’intero isolato (nella zona di Udine nord) di soprassalto. Un boato sordo scambiato da molti per una scossa di terremoto, ma quando chi, come la signora Gianna Borgobello, ha visto uscire da una finestra delle villetta le fiamme non ha esitato ad allertare il 113 e i vigili del fuoco giunti tempestivamente sul posto. Ma purtroppo per Lanzini, il trentanovenne che viveva solo nella casa, non c’era più niente da fare. Il suo corpo è stato trovato sul pavimento della cucina carbonizzato. Tutt’intorno i segni del disastro. Le fiamme divampate nella stanza hanno completamente annerito i muri e lo scoppio ha provocato diverse crepe nell’edificio posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. L’edificio è inagibile.


Luciano Sicoli con l’anziana madre, Maria Brun Rizza, 89 anni, che vive al piano di sotto è stato costretto a uscire di casa. Al momento è alloggiato nell’albergo di via San Martino dove il Comune gli ha messo a disposizione una stanza. «Sono stato svegliato dallo scoppio – ha raccontato Sicoli visibilmente scosso – e ho chiamato il 113, ma qualcuno l’aveva fatto prima di me». L’anziana madre, invece, è stata accompagnata dal personale del 118 in ospedale per sottoporla ad alcuni controlli anche perché da alcuni giorni era costretta a letto dall’influenza.


Tanta la paura in via Canova, la laterale di via Gorizia che si unisce a via Bernardinis. Lo scoppio ha provocato uno spostamento d’aria che ha mandato in frantumi i vetri delle case vicine e addirittura di alcuni negozi di via Gorizia. In pochi minuti via Canova è stata invasa dai mezzi dei vigili del fuoco giunti con l’autoscala, dalle volanti della polizia e dalle gazzelle dei carabinieri. Lo spettacolo che si sono trovati di fronte era paragonabile a un campo di battaglia. La strada era quasi ricoperta di vetri rotti e di pezzi di persiane letteralmente volati dalla villetta. Pezzi di tessuto sono finiti sui rami degli alberi.


Stando ai primi rilievi effettuati dai vigili del fuoco lo scoppio è stato provocato da una fuga di gas proveniente dal piano di cottura della cucina. Una cosa è certa: la stanza era satura di gas. A provocare lo scoppio potrebbe essere stato lo stesso Lanzini magari accendendo semplicemente la luce oppure spostando qualche mobile in previsione di un trasloco. L’uomo infatti stava per cambiare casa. Queste, però, sono solo ipotesi perché la dinamica sarà chiarita dai vigili del fuoco nel corso di sopralluoghi più approfonditi. Ma per accertare se si è trattato di un gesto accidentale o volontario saranno indispensabili anche i rilievi effettuati dalla polizia scientifica.


L’uomo che abita al piano di sotto sostiene di non aver avvertito nulla di strano nella casa e tantomeno di aver sentito, all’ora dello scoppio, rumori provenienti dal piano di sopra.


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto