Esperti pordenonesi per l'omicidio di Yara

L’azienda insediata al Polo tecnologico sta esaminando i telefonini del muratore accusato di aver ucciso l’adolescente
Yara Gambirasio alla sua cresima nel maggio 2010. ANSA / GIAMPAOLO MAGNI
Yara Gambirasio alla sua cresima nel maggio 2010. ANSA / GIAMPAOLO MAGNI

PORDENONE. L’indagine sull’uccisione di Yara Gambirasio approda a Pordenone. Sarà un laboratorio informatico di via Roveredo a rivelare i contenuti, telematici e informatici, dei telefonini di cui disponeva, negli anni, il muratore di Mapello sospettato di avere ucciso l’adolescente, Massimo Giuseppe Bossetti.

Il pubblico ministero di Bergamo Letizia Ruggeri ha affidato a un’azienda informatica di Pordenone il compito di scandagliare nel mondo “telefonico e informatico” del 43enne. L’incarico e relativo giuramento sono avvenuti il 23 ottobre, con tempo due mesi – quindi entro l’antivigilia di Natale – per consegnare gli esiti.

«La società di Pordenone – conferma il legale di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni – ha il compito di verificare la memoria dei telefoni cellulari riconducibili al mio assistito». I nove telefoni cellulari sono stati consegnati dai carabinieri del Racis alla Edr Tools srl di Pordenone, sede in via Roveredo, insendiata al Polo tecnologico.

Sette apparecchi erano stati dismessi dall’indagato, che tuttavia li conservava in casa ed erano stati sequestrati al momento dell’arresto. Due, invece, erano in uso, uno per lavoro, uno privato. «La scheda – rileva il legale di Bossetti – era unica». La Procura di Bergamo intende appurare se vi fossero elementi di contatto tra i cellulari del muratore e quello della vittima.

Dalla perizia sui telefoni affidata alla società di consulenza di Pordenone, verrà appurato se dalla memoria remota dei dispositivi emergeranno contatti tra la vittima e l’indagato, dicono i legali di parte civile, della famiglia di Yara Gambirasio, gli avvocati Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta.

La Edr Tools srl è un’insediata di primo livello, al polo tecnologico. Fa parte del “campus”, e dunque ha uno spazio ufficio/laboratorio come sede legale e operativa, all’interno del quale, grazie al contatto diretto e ai percorsi di sviluppo progettuale in team, «aumenta la fertilità dell’innovazione».

Si tratta della prima azienda europea che produce attrezzature professionali e strumenti di recupero dati. Con un’esperienza di oltre dieci anni nel recupero dei dati e collaborazioni con università e dipartimenti di ricerca, la srl è in grado di offrire prodotti tecnologici innovativi. Principali clienti sono storicamente le forze dell’ordine, governi e gruppi investigativi privati.

Quelli che da Pordenone prenderanno la via di Bergamo a breve, saranno tra gli ultimi tasselli dell’indagine, che sta per essere chiusa dalla Procura. A distanza di quattro anni dall’omicidio, dagli accertamenti finora depositati sul furgone cassonato Daily e sulla Volvo di Massimo Bossetti ancora non sono arrivati riscontri sul fatto che la ragazza possa essere stata presa e, a bordo di uno dei due mezzi, portata nel campo di Chignolo d’Isola dove fu percossa e lasciata agonizzante. Il suo corpo fu trovato tre mesi dopo.

I carabinieri del Ris avevano sequestrato il furgone e la vettura, li avevano smontati e passati al setaccio con il Luminol, prelevando numerosi campioni che poi hanno sottoposto agli esami di laboratorio. E su entrambi non c’è traccia della ragazza.

Anche dalle analisi sugli oggetti sequestrati in due tornate nella casa del muratore, in carcere dal 16 giugno, non sarebbero venute indicazioni che altrimenti lo avrebbero inchiodato, aggiungendosi alla prova del suo Dna trovato sul corpo di Yara.

Il pm, come detto, è ancora in attesa della relazione affidata agli esperti dell’Università di Pavia, ma anche di quella sui computer e i telefoni cellulari di Bossetti, affidata dal Racis dei carabinieri all’azienda specializzata di Pordenone.

Il 25 febbraio dell’anno prossimo la Cassazione ha fissato l’udienza in cui in cui si discuterà la richiesta di scarcerazione dell’indagato.

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