Escort su Internet: “affare” da 4 milioni di euro all’anno

di Federica Barella
Un vero e proprio fiume di soldi. Guadagni facili, anzi facilissimi. Completamente in nero. Senza un centesimo di tasse da pagare. Fino a 4 milioni all’anno. Con anche seimila euro, e oltre, che finivano ogni mese nelle tasche di decine di “agenti” e il doppio se non di più per i titolari dei vari siti internet specializzati nella promozione di “escort” e “girls”, ma anche di “trans” e “gigolò”: in tutto almeno 5mila inserzionisti. Alla fine, però, questa vera e propria “struttura criminale”, come è stata definita dagli inquirenti (i carabinieri di Udine del cui reparto operativo nucleo investigativo) è stata completamente smantellata.
Gli arrestati. In carcere, nell’ambito dell’operazione “Duracell”, sono finite cinque persone, mentre altre 11 sono indagate. Con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in associazione con altre persone sono stati arrestati: Daniele Zuliani, 55 anni, di Silea (Treviso); Sandra Eliza Ferreira, 49 anni, anche lei residente a Silea; Stefano Davì, 42 anni, di Rovigo; Andrea Longato, 30 anni, di Castelfranco Veneto e Marco Nuvolara, 33 anni di Treviso.
I ruoli. I primi due, i conviventi Daniele Zuliani e Sandra Eliza Ferreira, secondo le accuse dei carabinieri, erano al vertice di questa organizzazione, in quanto titolari di quattro diversi siti internet: www.best-annunci.com, www.cercoamici-vip.com, www.escortinn.org e www.madamelite.com. Gli altri arrestati invece erano gli “agenti” più importanti dell’organizzazione, quasi una sorta di “papponi informatici”, quelli che avevano il diretto contatto con le varie signore e signorine, le quali con i pagamenti su “poste pay” versavano ogni mese 200 euro per vedere i propri annunci pubblicati sul sito prescelto.
L’avvio delle indagini. Tutto nasce dal caso dell’assassino con la balestra, quel Ramon Berloso (morto poi suicida in carcere) arrestato a Udine quasi un anno fa dopo aver ammazzato due escort conosciute proprio su questi siti “specializzati”. I carabinieri capiscono sempre più allora quanto sia “centrale”, nel mondo della prostituzione, internet. La conferma che dietro a quelle inserzioni ci sia una vera e propria organizzazione, e per di più criminale, arriva a marzo. I carabinieri vengono chiamati da una prostituta rapinata nell’appartamento di Udine in cui esercita. E cercando di risalire al rapinatore, nel verbale i militari raccolgono, oltre alla denuncia, anche indicazioni su come funzionino alcuni siti di annunci a pagamento.
Il sistema dei pagamenti. Scattano così contatti, con carabinieri che si fingono clienti, anche con altre “girls” ed “escort”, complice anche il fatto che Udine appare come la capitale delle case d’appuntamento del Nord Est, con oltre 100 alloggi riservati al meretricio. Si arriva poi all’aggancio ai vari “agenti”, che, per regione o per zona, curavano i rapporti tra i siti e le inserzioniste e allargando il più possibile il mercato. Dei 200 euro che venivano versati su apposite “poste-pay”, 100 finivano nelle tasche degli “agenti” e 100 li incassavano i titolari dei siti. Poi, attraverso delle persone compiacenti queste “poste-pay” venivano scaricate prima su conti correnti italiani, quindi su conti esteri, in particolare in Svizzera e in Brasile.
I biglietti per il Brasile. E probabilmente proprio con il fiume di soldi raccolti in questi ultimi anni, la coppia Zuliani-Ferreira aveva addirittura acquistato un villaggio turistico vicino a Rio de Janeiro. Villaggio turistico che molto probabilmente avrebbero iniziato a gestire dai prossimi mesi, visto che la loro partenza per il Brasile era prevista per venerdì prossimo.
I volti vip. Per capire come funzionava questo sistema quasi ad “aeroplano”, i carabinieri hanno dovuto interrogare centinaia di escort, incappando anche in più di un volto famoso. I siti “offrivano” ragazze, e non solo, che operano in tutto il Nord e Centro Italia. E così è emerso che anche qualche “starlette” diventata famosa con i reality show in tv, arrotondava con prestazioni da escort, magari durante i periodi di minore fortuna televisiva.
Il risvolto fiscale. La polizia tributaria della Guardia di Finanza delle città di residenza delle persone arrestate e indagate è stata già contattata e a breve riceverà tutta la documentazione per verificare e quantificare l’evasione fiscale collegata a questa inchiesta (coordinata dal pm Caterina Pace e illustrata ieri dal comandante provinciale dei Cc colonnello Giorgio Salomoni, dopo esser stata condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Udine). I siti in questione sono stati già oscurati in Italia. Ma operando attraverso provider americani, servirà una rogatoria internazionale per chiuderli del tutto.
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