Era condannato al trapianto Un intervento lo salva

Unattimo di disattenzione e il tronco di un albero che stava tagliando gli era caduto addosso, schiacciandolo sul dorso. Ora un'intervento chirurgico lo ha salvato.

20040202 - CRO - CAGLIARI - SANITA': TRAPIANTI AL BROTZU DI CAGLIARI A UNA SETTIMANA DA CADUTA AEREO CON EQUIPE CARDIOCHIRURGICA - L'equipe chirurgica coordinata dal dottor Antonio Carta e dal Dottor Gianmarco Pinna, ripresa stamane 2 marzo 2004, mentre si accinge a preparare il paziente per eseguire il trapianto di fegato, nella sala operatoria dell'ospedale Brotzu di Cagliari. Ad una settimana esatta dalla caduta del Cessna 500, con a bordo un'equipe cardiochirurgica del dottor Alessandro Ricchi, questo è il primo giorno in cui sono ripresi gli interventi chirurgici di due trapianti, uno di cuore e l'altro di fegato, presso l'azienda ospedaliera Brotzu. MARIO ROSAS /ANSA/ KLD
20040202 - CRO - CAGLIARI - SANITA': TRAPIANTI AL BROTZU DI CAGLIARI A UNA SETTIMANA DA CADUTA AEREO CON EQUIPE CARDIOCHIRURGICA - L'equipe chirurgica coordinata dal dottor Antonio Carta e dal Dottor Gianmarco Pinna, ripresa stamane 2 marzo 2004, mentre si accinge a preparare il paziente per eseguire il trapianto di fegato, nella sala operatoria dell'ospedale Brotzu di Cagliari. Ad una settimana esatta dalla caduta del Cessna 500, con a bordo un'equipe cardiochirurgica del dottor Alessandro Ricchi, questo è il primo giorno in cui sono ripresi gli interventi chirurgici di due trapianti, uno di cuore e l'altro di fegato, presso l'azienda ospedaliera Brotzu. MARIO ROSAS /ANSA/ KLD

UDINE. Una manovra improvvida, un attimo di disattenzione mentre era nel bosco e il tronco di un albero che stava tagliando gli era caduto addosso, schiacciandolo sul dorso. Per un 57enne pordenonese trasferito d’urgenza qualche mese fa dall’ospedale di Tolmezzo, dove era stato inizialmente ricoverato, all’ospedale Santa Maria della Misericordia, le condizioni erano talmente gravi da non lasciare adito a molte speranze: il violento trauma subìto all’addome aveva determinato il distacco del vaso sanguigno dall’aorta, l’abbondante emorragia che ne era seguita ne aveva evidenziato la complessità del quadro clinico. Un caso che stava provocando irreversibili danni viscerali e, in particolare, al fegato. La sola possibilità di sopravvivere sembrava essere il trapianto. Invece, un complesso e raro intervento compiuto dall’équipe del dottor Nevio Gonano, direttore facente funzioni della Struttura organizzativa complessa di Chirurgia vascolare, gli ha salvato la vita.

Dopo aver trascorso in ospedale un periodo di degenza, l’uomo è stato dimesso ed è tornato a casa per i successivi controlli che hanno permesso di decretare il perfetto recupero. Questo è solo uno dei tanti successi messi a segno dalla Soc di Chirurgia Vascolare dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine che ha iniziato la sua attività nel 1981, come sezione della Chirurgia Generale, divenendo autonoma dieci anni dopo ed oggi è l’unico centro di riferimento regionale, riconosciuto nel Piano attuativo, benché anche a Trieste esista una Chirurgia vascolare e la scuola di specializzazione.

Tratta la chirurgia delle arterie e delle vene, con particolare riguardo alle arterie che portano al cervello, ai visceri addominali e agli arti. Vi lavorano, oltre al dottor Gonano, sei specialisti. «Realizziamo l’iter diagnostico e terapeutico completo – spiega il direttore della Soc Gonano – eseguendo più di 10 mila prestazioni ambulatoriali l’anno, oltre ai 1.200 interventi chirurgici in costanza di ricovero, di cui 200 in regime di day hospital. In particolare, effettuiamo circa 300 interventi per varici agli arti inferiori, anche con il laser, 100 interventi per aneurismi dell’aorta addominale, 120 interventi sugli assi carotidei e alcune centinaia di interventi sulle arterie periferiche».

Nell’intervento che ha salvato la vita al 57enne schiacciato dal tronco, spiega il dottor Gonano, il paziente «era in stato di choc perché, oltre alla frattura alla vertebra dorsale e un versamento ematico toracico, aveva subito il distacco del tronco celiaco, il grosso vaso che porta il sangue ai visceri addominali». «Abbiamo controllato l’emorragia addominale - prosegue il dottor Gonano – e ripristinato il circolo viscerale con un impianto di bypass. Il mancato intervento in questo paziente avrebbe comportato un irreversibile danno viscerale, in particolare al fegato. E sarebbe rimasta solo la via del trapianto di fegato».

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