Epigrafi nella spazzatura, é polemica a Caneva

CANEVA. Epigrafi gettate nella spazzatura: capita a Caneva in via Roma. Foto e ricordi dei defunti accartocciati, ieri, tra cartacce, mozziconi di sigarette, lattine e non c’è pace per i morti.
«Conoscevo la signora Genoveffa – dice Vittorio Mella –. I suoi funerali si sono svolti il 20 giugno dopo due giorni l’epigrafe è finita nelle immondizie, con altri “santini”. Come l’epigrafe del cavaliere Bruno Santin: una vita, la sua, spesa a donarsi agli altri».
Mella aveva proposto di dedicare spazi a bacheche per epigrafi e annunci in ogni frazione. «Rilancio la proposta all’amministrazione comunale – ha confermato –, al sindaco Andrea Attilio Gava e al consigliere comunale Pierantonio Rigo. La misura non vi pare colma?».
Il dibattito si è animato su Facebook. «Più rispetto – ha invocato Milena – per chi non c’è più». Un caso simile era capitato a Polcenigo, nell’inverno scorso. «Chiediamo rispetto per i defunti – si infervora –. Quando è morto mio padre, un tale ha strappato le sue epigrafi, portandole via come cimeli assieme ad altre reliquie funerarie. Bisogna fare qualcosa: per esempio a Sacile ci sono delle bacheche protette dedicate e così a Pordenone».
Altri cittadini hanno raccontato che si trovano spesso a raccogliere da terra un numero cospicuo di epigrafi: si staccano dai muri, oppure sono un obiettivo facile di vandali. «Epigrafi che esprimono il dolore e la mestizia di tante famiglie, amici e un ricordo santificato dalla morte – aggiunge Mella –. Un altro malcostume è che accanto ai volti dei defunti, vengono affisse anche pubblicità, avvisi di sagre, balli, complessi musicali: spesso ammucchiate in un valzer macabro di nomi e date».
Sacro e profano mescolati a caso. «Non è giusto che mani ignote strappino di proposito gli ultimi ricordi terreni – mette i paletti del rispetto anche Sandro Barin -. Sarebbe un gesto di civiltà creare una protezione adeguata dai vandali».
La denuncia contro ignoti potrebbe scattare con l’accusa di atti vandalici. «È un gesto sacrilego – ha aggiunto Mella –. Il fatto che ci siano tante epigrafi potrebbe fare pensare anche a qualche dispetto alle agenzie di pompe funebri».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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