Eparina e anti-tetano tra i farmaci introvabili

Udine, le Aziende sanitarie in alcuni casi costrette a importare i medicinali

UDINE. «Mi servirebbe dell’eparina a basso dosaggio». «Mi dispiace ma non è disponibile, l’azienda non è in grado di fornirla». È l’esempio di dialogo tra un cittadino ed un farmacista che riporta d’attualità il tema dei farmaci irreperibili. Che sono tanti, e alcuni anche classificati come “salva vita”.

«Nel mese di agosto - spiega Francesco Pascolini - abbiamo verificato una criticità produttiva che rende difficoltoso per le farmacie erogare ai pazienti farmaci molto importanti e salvavita». Tra questi i più richiesti, e risultati indisponibili, c’è il vaccino per l’antitetanica monocomponente (più agevole trovarlo in combinazione con l’antidifterico) e le eparine a basso dosaggio.

Ma il problema è ben più vasto, come è possibile verificare consultando, nel sito dell’Aifa, l’elenco dei farmaci carenti aggiornato alla fine di agosto: ben 59 pagine di medicinali non disponibili, con una ventina di specialità per facciata.

Per alcuni medicinali il problema è relativo: esiste un equivalente, quindi il paziente può trovare lo stesso principio attivo nel medesimo dosaggio ma con un nome commerciale diverso. Per altre, invece, la questione è più seria perché l’alternativa non c’è.

«Le Aziende sanitarie - prosegue Pascolini - sono state autorizzate ad importare confezioni di antitetanica dall’estero per sopperire alla carenza del medicinale sul mercato tradizionale», e quindi il problema viene in qualche modo affrontato.

«Di impatto diverso - spiega il presidente di Federfarma Fvg - la carenza produttiva, e quindi l’insufficiente fornitura da parte dell’industria produttrice, del medicinale antitrombotico enoxaparina sodica (Clexane e Clexane 1), un preparato in diversi dosaggi in forma di iniezioni sottocutanee.

L’industria Sanofi, che produce questo medicinale, ha comunicato a tutta la filiera distributiva, che l’indisponibilità è stata determinata da un aumento della domanda del mercato, sia in ambito ospedaliero che pubblico, italiano ed europeo, e alla conseguente impossibilità oggettiva di garantire forniture nella loro interezza o continuità.

Sanofi ha quindi precisato che, per la restante parte dell’anno, questa difficoltà oggettiva perdurerà e quindi sarà in grado di fornire quantità inferiori rispetto a quelle richieste».

Traducendo: il problema esiste e non si risolverà a breve. Ma la domanda rimane: perché? Tra le cause - perché è intuibile che a fronte di una domanda in crescita nessuna impresa riduce la produzione - c’è la remunerazione del prodotto. Sempre più bassa in Italia per le politiche di contenimento della spesa per farmaci che fanno sì che la rimborsabilità di un medicinale nel nostro Paese, possa essere più bassa rispetto ad un altro.

Ne consegue che se, per esempio, una confezione del farmaco X viene acquistata in Italia a 5 euro e la stessa confezione per lo stesso medicinale viene acquistata in Germania a 10 euro, l’azienda farmaceutica preferisca rifornire il mercato tedesco piuttosto che quello italiano.

«A meno che - è la proposta di Pascolini - non si decida, come proponiamo da tempo, di arrivare ad una rimborsabilità media europea. Con diversi vantaggi: un mercato del farmaco di dimensioni importanti in grado di ottenere prezzi interessanti per il sistema, grazie alle quantità, e la certezza di mettere a disposizione dei cittadini i medicinali necessari, compresi quelli di ultima generazione. Se non arriveremo a questo risultato, non avremo la disponibilità di medicinali che, invece, altri Paesi hanno».

Nell’attesa «le farmacie stanno svolgendo davvero un grande lavoro per tentare di ridurre i disagi ai pazienti cercando di recuperare i farmaci necessari ovunque siano disponibili e richiedendoli direttamente alle case farmaceutiche - ancora Francesco Pascolini -. Ma nel caso di medicinali contingentati non è infrequente che il paziente sia costretto a ritardare anche di 48 ore l’inizio della cura». Con tutto ciò che questo può comportare.

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