Eni Award premia ricercatore friulano: Napolitano lo aspetta

POCENIA. A Matteo Cargnello, un ragazzo di 28 anni di Pocenia, è stato assegnato il premio “Debutto nella ricerca”. Si tratta di un importante riconoscimento riservato da Eni Award a ricercatori under 30 che sono attivi nelle università italiane. Cargnello si è distinto per la tesi di dottorato in nanotecnologie. Il premio gli verrà consegnato direttamente dalle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale.
Intanto, sabato prossimo, gli sarà conferito un riconoscimento dall’amministrazione comunale di Pocenia. «Penso di esprimere il sentimento di orgoglio di tutta la comunità che rappresneto – afferma il sindaco Danilo Bernardis - per un giovane che ha saputo esprimere un talento in un settore così complicato come la nanotecnologia. Soltanto i grandi cervelli hanno la capacità di affrontare gli studi in questo difficile settore: Matteo è sicuramente uno di loro. E proprio per questo motivo, voglio congratularmi con lui esprimendogli, nel contempo, i migliori auguri per il grande futuro che certamente lo attende».
Va anche precisato che lo stesso Cargnello, aveva ricevuto lo sdcorso anno anche il premio come miglior tesi di dottorato in chimica inorganica dalla Società Chimica Italiana.
Laurea in chimica e dottorato in nanotecnologie a Trieste con il professor Paolo Fornasiero, il giovane di Pocenia attualmente è ricercatore post-doc a Philadelphia alla University of Pennsylvania, uno delle dieci migliori universotà a livello mondiale. Non a caso, diversi suoi lavori sono stati pubblicati su riviste scientifiche.
Con le sue tecniche, il giovane ricercatore, ha cambiato il modo con cui vengono preparati i catalizzatori, grazie a uno studio multidisciplinare che comprende chimica delle nanostrutture, fisica delle superfici e ingegneria dei materiali.
Più nel dettaglio, è riuscito cioè a creare materiali altamente innovativi in grado di facilitare importanti trasformazioni chimiche: i suoi “mattoncini” possono essere impiegati per ridurre le emissioni indesiderate di metano da impianti di estrazione di petrolio o di carbone e per aumentare l’efficienza delle turbine a metano per produrre energia più pulita.
«Immaginate - afferma – un mondo in cui nuove fonti energetiche rinnovabili, come l’idrogeno, vengano prodotte in maniera sostenibile, usando, per esempio, l’acqua e la luce del sole. Un mondo dove l’idrogeno sia usato come carburante per produrre energia elettrica pulita, emettendo unicamente acqua come sottoprodotto. Immaginate un mondo in cui le trasformazioni chimiche usate nell’industria per costruire gli oggetti che ci circondano possano avvenire in maniera più semplice e riducendo le emissioni di gas nocivi. Tutto questo può diventare realtà, ricorrendo a un processo catalitico, utilizzando però catalizzatori più attivi e più stabili nel tempo, in modo da ridurre sprechi, emissioni e utilizzo di materie prime».
A Matteo piacerebbe lavorare in Italia, «ma qui le opportunità di fare ricerca sono minime se no nulle: negli Stati Uniti a 28 anni posso diventare professore e avere un mio gruppo di ricerca». Peccato!, davvero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto