Emofilia, Udine si candida al primo trapianto con Hiv

UDINE. Dieci anni fa il Santa Maria della Misericordia fu il primo ospedale a sottoporre a trapianto di reni e fegato un paziente emofilico. Oggi l’azienda ospedaliero universitaria di Udine si candida a effettuare il primo trapianto di fegato al mondo su un paziente emofilico malato di Hiv e di Epatite C.
Una persona che, pur risiedendo in un’altra regione è stata dirottata su Udine dove, oltre a un centro trapianti di fegato che vanta un direttore del calibro di Andrea Risaliti e uno staff medico eccellente, esiste un Centro regionale emofilia accreditato di cui è responsabile Giovani Barillari nell’ambito del Dipartimento di Medicina trasfusionale diretto da Vincenzo De Angelis.
In quella struttura sarà sperimentato l’utilizzo di un nuovo farmaco prodotto da una multinazionale americana destinato a cambiare la vita dei pazienti: basterà una sola iniezione la settimana per correggere il fattore mancante, mentre ora il trattamento viene effettuato a giorni alterni.
Sempre a Udine è partita la collaborazione con l’associazione emofilici sbarcata nelle scuole primarie. Il presidente Roberto Trovò, è l’anello di congiunzione fra gli obiettivi futuri dell’ospedale di Udine sul fronte della lotta all’emofilia e i successi già conseguiti (fu lui il primo emofilico al mondo trapiantato di fegato e reni). In questi mesi ha collaborato con il team di Barillari e con la borsista Samantha Pasca entrando nelle scuole per spiegare i bambini cos’è l’emofilia e quanto il dono del sangue può essere prezioso.
«Abbiamo coinvolto circa 120 bambini delle classi quarte e quinte attraverso una serie di incontri – racconta Trovò - poi abbiamo chiesto loro di realizzare disegni e lavori creativi che rappresentassero il loro punto di vista, abbiamo organizzato un concorso al quale sono arrivati oltre un centinaio di elaborati soprendenti».
Ieri in occasione della IX Giornata mondiale dell’emofilia che conta ben 7 milioni di malati (una settantina quelli in cura a Udine) l’atrio dell’ospedale si è riempito di bambini, sulle pareti campeggiavano disegni inneggianti alla solidarietà e al valore del dono. Opera di bambini di 10-11 anni che si sono presentati accompagnati dalle maestre prenotandosi già per donare il sangue.
«L’opera di sensibilizzazione nelle scuole - ha commentato Barillari a margine della cerimonia – rappresenta un supporto importante al lavoro che stiamo realizzando a Udine dove ormai i pazienti emofilici trovano una struttura capace di provvedere non solo alla profilassi e al trattamento, ma anche alla chirurgia e ai trapianti».
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