Emergenza immigrazione, i rimpatri sono un flop: solo un respinto su 121

UDINE. Il flusso di profughi in arrivo dall’Austria nel Tarvisiano è continuo, non si arresta e rischia di aumentare se da Vienna confermeranno la volontà di aumentare ulteriormente i controlli ai confini. Il Friuli, in altre parole, è nuovamente sotto pressione, guarda con preoccupazione alle derive – e ai risultati del ballottaggio in programma il 22 maggio – d’oltreconfine, ma, nel frattempo, deve fare i conti con una realtà di cui, volente o nolente, bisognerà tenerne conto: i respingimenti in Austria sono sempre più difficili.
Basti pensare, infatti, come negli ultimi cinque giorni gli uomini delle forze dell’ordine abbiano rintracciato nel Tarvisiano, normalmente nelle vicinanze della stazione ferroviaria, 121 migranti – di cui 35 soltanto nella mattinata di ieri e che portano il totale da inizio anno a sfiorare le 1.500 unità–, ma siano stati in grado di applicare il regolamento di Dublino per la riconsegna alle autorità di Vienna soltanto in un’occasione.
Un crollo netto dei respingimenti spiegabile con il fatto che chi arriva via treno dall’Austria, nella stragrande maggioranza dei casi, ottiene un riscontro negativo all’interno del registro Eurodac – cioè il sistema comunitario per il confronto delle impronte digitali dei richiedenti asilo e di alcune categorie di immigranti clandestini – e appena varcato il confine si libera di qualsiasi prova, a partire dal biglietto del treno, che possa testimoniare il suo arrivo in regione da un altro Paese dell’Unione europea.
Così anche se la logica spiega chiaramente come sia impossibile che un profugo “sbarchi” in stazione a Tarvisio senza aver attraversato almeno un altro Stato comunitario – dove a norma di regolamento avrebbe dovuto presentare richiesta di asilo – non potendo dimostrare “de facto” che arriva dall’Austria (o dalla Slovenia) e non essendo stato registrato, è l’Italia a doversene fare carico mettendo in movimento, a livello locale, il sistema di accoglienza regionale.
Un meccanismo di gestione quantomeno bizantino – e non per niente il nostro Governo ha più volte chiesto di modificare il regolamento di Dublino – che continua a riversare i migranti in Friuli Venezia Giulia negli stessi giorni in cui Vienna, invece, ha attivato la stretta sul confine ungherese, aumentando i controlli alla frontiera, e si prepara a spiegare – oggi alle 13 – come intende replicarli da giugno al valico italo-austriaco del Brennero.
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