Emergenza immigrazione, i rimpatri sono un flop: solo un respinto su 121

Nel Tarvisiano decine di arrivi negli ultimi cinque giorni, 35 ieri mattina. La frontiera resta un colabrodo: rifiutato l’ingresso ad appena un profugo
An Austrian police officer directs a group of refugees coming through Hungary at the Hungarian-Austrian border station in Nickelsdorf, Austria, 20 September 2015. Austrian police have started denying entry to some migrants trying to cross its southern border with Slovenia, a police spokesman in Styria province said 20 September. About 100 people were not let in from Slovenia during the night because they neither claimed asylum nor presented proper travel documents at the Spielfeld border crossing, the spokesman said About 700 people entered Austria from Slovenia on the weekend while 7,000 new arrivals were expected Sunday morning alone at Nickelsdorf on the Hungarian border, local Austrian police said. ANSA/HERBERT P. OCZERET
An Austrian police officer directs a group of refugees coming through Hungary at the Hungarian-Austrian border station in Nickelsdorf, Austria, 20 September 2015. Austrian police have started denying entry to some migrants trying to cross its southern border with Slovenia, a police spokesman in Styria province said 20 September. About 100 people were not let in from Slovenia during the night because they neither claimed asylum nor presented proper travel documents at the Spielfeld border crossing, the spokesman said About 700 people entered Austria from Slovenia on the weekend while 7,000 new arrivals were expected Sunday morning alone at Nickelsdorf on the Hungarian border, local Austrian police said. ANSA/HERBERT P. OCZERET

UDINE. Il flusso di profughi in arrivo dall’Austria nel Tarvisiano è continuo, non si arresta e rischia di aumentare se da Vienna confermeranno la volontà di aumentare ulteriormente i controlli ai confini. Il Friuli, in altre parole, è nuovamente sotto pressione, guarda con preoccupazione alle derive – e ai risultati del ballottaggio in programma il 22 maggio – d’oltreconfine, ma, nel frattempo, deve fare i conti con una realtà di cui, volente o nolente, bisognerà tenerne conto: i respingimenti in Austria sono sempre più difficili.

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Un momento della manifestazione a favore dei migranti e contro i controlli di frontiera dell'Austria al Brennero 24 aprile 2016. ANSA/Roberto TOMASI

Basti pensare, infatti, come negli ultimi cinque giorni gli uomini delle forze dell’ordine abbiano rintracciato nel Tarvisiano, normalmente nelle vicinanze della stazione ferroviaria, 121 migranti – di cui 35 soltanto nella mattinata di ieri e che portano il totale da inizio anno a sfiorare le 1.500 unità–, ma siano stati in grado di applicare il regolamento di Dublino per la riconsegna alle autorità di Vienna soltanto in un’occasione.

Un crollo netto dei respingimenti spiegabile con il fatto che chi arriva via treno dall’Austria, nella stragrande maggioranza dei casi, ottiene un riscontro negativo all’interno del registro Eurodac – cioè il sistema comunitario per il confronto delle impronte digitali dei richiedenti asilo e di alcune categorie di immigranti clandestini – e appena varcato il confine si libera di qualsiasi prova, a partire dal biglietto del treno, che possa testimoniare il suo arrivo in regione da un altro Paese dell’Unione europea.

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Così anche se la logica spiega chiaramente come sia impossibile che un profugo “sbarchi” in stazione a Tarvisio senza aver attraversato almeno un altro Stato comunitario – dove a norma di regolamento avrebbe dovuto presentare richiesta di asilo – non potendo dimostrare “de facto” che arriva dall’Austria (o dalla Slovenia) e non essendo stato registrato, è l’Italia a doversene fare carico mettendo in movimento, a livello locale, il sistema di accoglienza regionale.

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Syrian refugee children stand at a fence after German Chancellor Angela Merkel, EU Council President Donald Tusk and Turkish Prime Minister Ahmet Davutoglu (none pictured) visited the refugee camp in Nizip district near Gaziantep, Turkey, 23 April 2016. Merkel travelled to Turkey with the President of the European Council, Donald Tusk, to get informed about the implementation of the EU-Turkey Refugee Agreement. ANSA/SEDAT SUNA

Un meccanismo di gestione quantomeno bizantino – e non per niente il nostro Governo ha più volte chiesto di modificare il regolamento di Dublino – che continua a riversare i migranti in Friuli Venezia Giulia negli stessi giorni in cui Vienna, invece, ha attivato la stretta sul confine ungherese, aumentando i controlli alla frontiera, e si prepara a spiegare – oggi alle 13 – come intende replicarli da giugno al valico italo-austriaco del Brennero.

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