Emergenza buche: strade “colabrodo”, 4 mila rattoppi l’anno

Dipendenti comunali impegnati anche di notte per garantire la sicurezza. L’assessore Pizza: la squadra reperibile è pronta in mezz’ora

UDINE. La lotta alle buche non conosce pause, ogni giorno ne vengono chiuse almeno 10, lavorando, se necessario, anche di notte. Tanto che il conto di fine anno rischia di sfiorare quota 4 mila.

Il servizio di pronto intervento è infatti garantito 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. «In caso di emergenze - assicura l’assessore alla Viabilità, Enrico Pizza - nell’arco di mezz’ora la squadra deve essere pronta a intervenire nella sede del Magazzino strade di via Joppi». Guardando le condizioni di molte arterie cittadine l’impressione però è quella di vivere un’emergenza quotidiana.

«Le buche purtroppo si aprono in tutte le strade - prosegue Pizza - l’importante è intervenire con tempestività per chiuderle».

E su questo fronte i “numeri” fatti registrare da Palazzo D’Aronco sono da record. Fino al 21 ottobre il Magazzino strade ha infatti effettuato 1.600 interventi.

Le richieste arrivano dal comando della polizia municipale, su chiamata diretta dei cittadini (quasi uno su due sceglie ePart - 504 su 1191, lo strumento web dedicato appositamente alle segnalazioni disponibile sul sito del comune con una cartina interattiva che consente di allegare foto e seguire “in diretta” la soluzione del problema) ma - precisa Pizza - «anche gli incontri che organizziamo nei quartieri ci consentono di venire a conoscenza di criticità che poi vengono prese in carico dagli uffici competenti».

Non solo buche quindi, ma anche marciapiedi rovinati, edifici pericolanti, incidenti, segnaletica assente, caditoie, ostruite e molte altre ancora. Su 1.600 interventi però in tre casi su quattro, si tratta di un buco o un avvallamento dell’asfalto.

«A questi - precisa l’assessore - si aggiungono 30 giri di zona, per ognuno dei quali (ed è una stima per difetto) vengono sistemate almeno 25 buche. Il totale arriva quindi a circa 750-800 buche che si sommano ai 1.200 precedenti». Tenendo in considerazione soltanto il lavoro dei dipendenti comunali (il Magazzino strade può contare su tre operatori di cui uno part-time che dal 14 settembre sono affiancati da 2 lavoratori socialmente utili, ma il servizio di reperibilità viene garantito insieme al dipartimento infrastrutture) quindi si arriva a una stima di 2.400 buche sistemate.

Ma molti lavori vengono anche appaltati a ditte esterne. «Quest’anno - dice l’assessore - sono stati sistemati circa 800 metri quadrati di porfido (tra cui vari tratti di marciapiedi in centro storico, compreso il rifacimento di entrambi i marciapiedi di via Petrarca di fronte alla scuola Valussi.

È stato inoltre rivisto tutto l’acciottolato di piazza San Giacomo, e sono stati ripristinati 2.300 metri quadrati di banchine oltre ad altre 1.500 buche. Tenendo in considerazione anche il transennamento/chiusura dell’ex moschea di via Medici, il costo totale per questi lavori appaltati all’esterno è stato di circa 110 mila euro. Da oggi fino al 31 dicembre sono inoltre previsti, con affidamenti esterni, anche il riatto di 40-50 metri quadrati di piccole porzioni di porfido e il rifacimento di 6 chilometri di strade bianche».

Il conto complessivo delle buche chiuse quindi sfiora quota 4 mila. «Non dobbiamo dimenticarci che il Comune di Udine deve gestire 350 chilometri di strade, la stessa distanza necessaria a raggiungere Monaco, giusto per farsi un’idea - sottolinea Pizza -. Nei miei 7 anni di assessorato siamo riusciti a riasfaltare quasi 100 chilometri (in questi giorni stiamo gettando il nuovo manto nella strada che dallo stadio porta al parco del Cormôr) e finalmente, dopo anni di paralisi a causa del Patto di stabilità, il prossimo anno potremo investire 1,1 milione di euro. Saranno rimesse a nuovo viale Trieste e viale Tricesimo solo per citare le due principali».

A causare l’insorgere di buche è l’azione combinata tra la pioggia e il passaggio di veicoli. Per evitare che le buche si riformino in poco tempo il Comune ha deciso di utilizzare un asfalto speciale. «Molto spesso anche per una questione di costi - conclude Pizza - le asfaltature erano superficiali e inevitabilmente la “resistenza” nel tempo dell’asfalto era ridotta.

Per evitare questo problema abbiamo deciso di utilizzare un manto speciale con una membrana in fibra che lo rende particolarmente resistente rifacendo l’asfaltatura dal sottofondo. L’esempio di via Micesio, sistemata nel 2009 e ancora in ottimo stato, è la conferma del fatto che in questo modo il rischio di nuove buche è ridotto».

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