Eluana: reazioni decisecontro il diktat di Sacconi
Il ministro Sacconi minaccia sanzioni contro la clinica Città di Udine, dove Eluana Englaro sta per essere ricoverata per attuare la sentenza che autorizza la sospensione dell’alimentazione artificiale che la tiene in vita da 17 anni. Ma il presidente della Regione Renzo Tondo si appella all’autonomia regionale in campo sanitario. In mattinata la casa di cura si era dichiarata pronta ad accogliere Eluana appena sarà dimostrato che l’atto di indirizzo di Sacconi è privo di effetti.

di Tommaso Cerno
UDINE.
Resta il Friuli la meta dell’ultimo viaggio di Eluana. La casa di cura Città di Udine di viale Venezia, alle porte del capoluogo friulano, è pronta ad accogliere la donna in stato vegetativo da 17 anni, ma vuole certezze. E a ricoverarla al terzo piano della clinica, nel reparto dozzinanti, a pagamento e fuori dalla convenzione con il sistema sanitario regionale. Il trasferimento dalla clinica di Lecco non avverrà, però, prima che sia dimostrato che l’atto di indirizzo del ministro del welfare, Maurizio Sacconi, che definisce illegale lo stop all’alimentazione artificiale con cui Eluana è tenuta in vita, è privo di effetti.
«Siamo pronti ad attuare il protocollo di distacco dell’alimentazione artificiale di Eluana», ha detto ieri mattina Claudio Riccobon, amministratore delegato della struttura che lunedì sera aveva formalizzato allo studio legale udinese Campeis di via Dante il documento per l’attuazione della sentenza. Otto pagine – redatte dai legali della famiglia Englaro, gli avvocati Vittorio Angiolini e Giuseppe Campeis – sottoscritte dal padre di Eluana, Beppino Englaro, dal primario udinese di rianimazione Amato De Monte, che guiderà l’equipe e dai volontari. «Avevamo indetto la conferenza stampa - aggiunge Riccobon al ristorante Là di Moret, dove ha convocato i giornalisti proprio con l’intenzione di evitare l’ingresso all’interno della clinica di viale Venezia - a quest’ora perché avevamo intenzione di confermare che la signora Englaro in forma gratuita e con l’assistenza prestata da una equipe di volontari, era ricoverata in una stanza privata della casa di cura affinchè quanto stabilito dal decreto della Corte d’appello di Milano fosse messo in atto. Come sapete, così non è avvenuto». Questo dopo l’atto di indirizzo del ministro Sacconi, definito da Riccobon una «incursione» di una tempestività «quantomeno sospetta».
Ed è per questo che il trasferimento della donna da Lecco a Udine - organizzato nella notte per evitare «inutili clamori mediatici» - è stato temporaneamente sospeso. Sospeso dopo che un’ambulanza, anche questa privata, era partita da Udine verso le 18 con destinazione la clinica Beato Luigi Talamoni nel cuore della cittadina lombarda dove la donna è ricoverata. E poi interrotto da una telefonata del padre Beppino, che verso le 22, quando l’ambulanza era già arrivata a Bergamo e si preparava a caricare il professor Carlo Alberto Defanti, il neurologo che ha in cura Eluana, ha ordinato di sospendere tutto e tornare indietro.
E che l’intervento del ministro sia considerato a orologeria dalla famiglia Englaro lo dimostrano le dichiarazioni dei legali in merito a eventuali ricoveri nelle prossime ore: nessuna indicazione sulla modalità e le procedure di un eventuale trasporto dalla clinica di Lecco alla struttura Città di Udine, dove potrebbe esserle tolto il sondino che la idrata e la nutre. «I modi e i tempi non li diciamo - ha spiegato Angiolini -. Una delle ragioni, forse l’unica di questo atto - ha proseguito riferendosi alla lettera del ministro Sacconi inviata alle Regioni e che prende spunto dal caso Englaro - è che il ministro ha saputo dalla stampa che era imminente la cosa», ossia il trasferimento di Eluana in Friuli e «ha fatto un atto, lo dico senza alcuna mancanza di rispetto per il ministro, diversivo. Sui tempi e le procedure non ci sarà alcun chiarimento».
Un ostacolo che Beppino non aveva immaginato. E che invece sembrava avere compromesso tutto. Fino a ieri mattina, appunto, quando la clinica ha confermato la disponibilità. Condizionata però dalla certezza che l’atto di Sacconi non sia efficace in termini legali. Sicurezza che sembra essere giunta dai legali Angiolini e Campeis già nel primo pomeriggio di ieri. «Ci dobbiamo tutelare - ha detto Riccobon - perchè ora il problema è eminentemente giurico, legislativo e politico. Ma noi siamo pronti. Una equipe di medici esterni, composta da 20-25 professionisti, è già organizzata per accogliere Eluana e per assisterla, in modo gratuito e volontario, nel distacco dell’alimentazione artificiale. Siamo una struttura privata, convenzionata con il Servizio sanitario regionale e nazionale - ha spiegato Riccobon - e quindi dobbiamo essere molto sicuri di non incorrere in errori o, peggio, in violazioni di legge».
Il percorso del distacco dell’alimentazione artificiale che tiene in vita la donna da quel maledetto 18 gennaio 1992 quando restò in coma dopo un terribile incidente d’auto mentre tornava a casa da una festa fuori Lecco, sarà abbastanza lungo. I sanitari parlano di circa 15 giorni. Poi la donna sarà sepolta a Paluzza in Carnia. E forse la donna potrà finalmente trovare un po’ di pace lontano dal chiasso del dibattito politico-legale di questi mesi. E papà Beppino vedere esaudita dopo 17 anni la volontà di sua figlia, che gli fece promettere che mai l’avrebbe lasciata in quello stato. Promessa che Beppino intende mantenere.
Udine si è risvegliata senza Eluana, ma con l’assalto mediatico. Per tutta la giornata la clinica è stata un viavai di giornalisti, telecamere e curiosi. Tutti tenuti all’esterno dell’edificio e invitati a non invadere la privacy degli altri pazienti. E dei visitatori che di buon mattino, come ogni giorno, hanno invaso gli ambulatori delle analisi cliniche ignari di quello che stava per accadere. E che invece non è ancora accaduto. Ovvero l’arrivo di Eluana Englaro proprio lì.
Tutto scorre normalmente, dunque, come in qualsiasi altro giorno dell’anno, alla casa di cura di viale Venezia. «In verità non ci aspettiamo alcuna manifestazione di protesta - ha detto Roberta Zavagno, portavoce della clinica - perchè in fondo noi abbiamo solo dato e confermato la nostra disponibilità. Comunque aspettiamo».
Nessun dietrofront, dunque, nessun ripensamento. Nemmeno dopo che lo scontro politico sul caso Englaro era rieploso più forte che mai. Dalla clinica anche la conferma che Eluana potrebbe essere spostata da Lecco in ogni momento per essere trasportata a Udine e per assecondare così le ultime volontà della donna e del padre Beppino, che ha sempre detto di voler portare a morire sua figlia in Friuli, la terra d’origine della famiglia Englaro, per poi farla riposare in Carnia, nel piccolo cimitero di Paluzza, accanto al nonno Giobatta.
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