Eluana, più tempoper l'autopsia
UDINE. Ci vorrà ancora un po’ di tempo perché in procura sia depositata la consulenza tecnica medico-legale dell’autopsia sul corpo di Eluana Englaro. A nome dell’équipe, ieri il dottor Carlo Moreschi, medico legale incaricato dal procuratore Antonio Biancardi, ha annunciato a quest’ultimo che in settimana formalizzerà la richiesta di proroga. Semplici motivi di ordine tecnico motiveranno la decisione.

Udine 3 Gennaio 2009. Papa' Beppino nello studio di Giuseppe Campeis avvocato famiglia Englaro. Telefoto Copyright /Foto Agency Anteprima Udine.
L’autopsia.
Oltre tre ore di esame nel tardo pomeriggio del 10 febbraio: tanto durò l’autopsia sul corpo della donna d’origini friulane deceduta due giorni prima alla casa di riposo “La Quiete”. Come si ricorderà, l’esame fu eseguito sotto la vigilanza “stretta” delle forze dell’ordine che presidiavano le camere mortuarie di via Chiusaforte. «La decisione di chiedere una proroga dei termini – ha spiegato il dottor Moreschi – è stata presa di concerto con gli altri consulenti incaricati ed è dovuta alla necessità di completare gli accertamenti».
Il primo responso.
Eluana morì a causa di un arresto cardiorespiratorio riferibile a una crisi elettrolitica da disidratazione. Una morte improvvisa, compatibile con l’attuazione del protocollo scritto dopo il decreto autorizzativo della Corte d’appello di Milano e confermato dalla Cassazione. Eventuali conferme a questo quadro medico-legale arriveranno soltanto quando saranno pronti gli esiti degli esami tossicologici e quindi l’équipe guidata dal dottor Moreschi trarrà le conclusioni. «Succede quasi ogni volta che i consulenti mi chiedano una proroga per terminare di scrivere le proprie relazioni», ha detto ieri il procuratore Biancardi per spiegare che non c’è stato alcun intoppo nel lavoro dei propri consulenti.
L’équipe.
Il capo della procura cittadina Biancardi aveva nominato propri consulenti il medico legale udinese Carlo Moreschi, il collega padovano Daniele Rodriguez, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina legale, e il chimico di Macerata Rino Froldi, docente di Tossicologia forense e preside della gacoltà di Giurisprudenza di quell’ateneo. Da parte sua la famiglia Englaro aveva scelto come consulenti di parte il medico legale udinese Stefano Pizzolitto e il chimico di Trieste dottoressa Noelia Malusà, responsabile del laboratorio di Tossicologia forense.
L’inchiesta.
L’autopsia fu disposta senza ipotizzare reati nei confronti di alcuno. Quindi non con persone indagate che magari, per mere garanzie difensive, avrebbero potuto nominare a loro volta consulenti di parte per partecipare alle cosiddette operazioni peritali. Soltanto successivamente il procuratore Biancardi decideva di iscrivere 14 persone nel registro degli indagati, ipotizzando il concorso in omicidio volontario aggravato perché commesso perché commesso ai danni di un discendente. Oltre al padre Beppino Englaro e all’anestesista Amato De Monte, la procura ha indagato i 12 infermieri alternatisi al capezzale della donna dal 3 febbraio – giorno di arrivo di Eluana alla “Quiete” al momento della morte.
Il decreto.
«Autorizzazione a disporre l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale, realizzato mediante alimentazione e idratazione con sondino naso-gastrico»: queste le parole finali del decreto che autorizzava Beppino Englaro.
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