Eluana, emesso il decretoma Napolitano non lo firma
LA LETTERA "Berlusconi e Napolitano vengano a vedere Eluana"
LO SCONTRO ISTITUZIONALE Beppino Englaro: «Sono sconvolto» | La famiglia ha già deciso: «Andiamo avanti» | Il testo della lettera di Napolitano a Berlusconi
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ROMA.
È in corso un grave scontro tra istituzioni, un conflitto senza precedenti tra Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano sul decreto che il governo emana - ignorando la contrarietà espressa in una
- per fermare i medici che ieri hanno iniziato a sospendere l’alimentazione alla donna in coma. Napolitano «rammaricato» non controfirma, invocando il rispetto della Costituzione. E Berlusconi si spinge fino a promettere un ritorno al popolo e al voto per chiedere «il cambiamento della Costituzione e del governo», se non potrà far ricorso come vuole ai decreti, strumento «fondamentale» per governare. Alla fine, il governo approva un disegno di legge con lo stesso testo del decreto rifiutato dal Quirinale, Napolitano autorizza la presentazione alle Camere. E Berlusconi chiede al presidente del Senato Renato Schifani la «immediata convocazione» di Palazzo Madama per convertirlo in legge. I capigruppo si riuniranno lunedì. «Spero non sia troppo tardi», chiosa il premier.
Per tutto il giorno, va in scena l’ennesima sfida sulla decretazione d’urgenza, con Berlusconi che, anticipando le conseguenze della mancata firma di Napolitano, chiama in causa il Parlamento e lo invita a «riunirsi ad horas per approvare in pochissimo tempo, due giorni o tre, una legge» sul testamento biologico. Ma se Gianfranco Fini si schiera subito con il capo dello Stato («Preoccupa fortemente che il Cdm non abbia accolto l’invito del capo dello Stato, ampiamente motivato sotto il profilo costituzionale e giuridico», afferma il presidente della Camera), Schifani si muove per favorire «un iter il più spedito possibile» al disegno di legge. D’Alia (Udc): «Pronti a lavorare anche sabato e domenica».
Il premier reagisce al no del Colle, sentendosi sfidato. È chiaro che sul tavolo c’è la sua convinzione che «Eluana è una persona viva, con cellule cerebrali vive, che potrebbe anche in ipotesi generare un figlio». È vero che Berlusconi sentirebbe di compiere non intervenendo «una personale omissione di soccorso nei confronti di una persona in pericolo di vita». Ma soprattutto per il Cavaliere «non si può accettare il no preventivo del Colle», piegarsi alla «innovazione introdotta dal Quirinale, anticipando la decisione del Cdm sulla necessità e urgenza di un provvedimento, che invece è assegnata esclusivamente alla responsabilità del governo».
Berlusconi sbatte il pugno sul tavolo, pretende di decidere, questa volta e altre ancora: ho vinto le elezioni e mi devono lasciar governare. Da tempo voleva porre la questione di regole che, a suo avviso, non consentono di governare correttamente. E ritiene che questa sia l’occasione per la resa dei conti, mentre incassa l’elogio della Chiesa, ritiene di aver diviso l’opposizione e vede il Quirinale e il presidente della Camera in una posizione difficile davanti ad una vicenda umana tragica come quella di Eluana.
Ai suoi ministri spiega che «non si può governare il Paese senza la decretazione d’urgenza», perchè «senza la possibilità di ricorrere ai decreti bisognerebbe tornare dal popolo per chiedere di cambiare la Costituzione ed il governo». Su questi argomenti ottiene l’unanimità del governo, che vara il decreto. E anche chi, come il ministro Stefania Prestigiacomo, aveva una posizione diversa sul caso Englaro, china il capo. Del resto, il Cavaliere si dice pronto ad accettare le dimissioni di chi non condivida questa linea. «Quasi un voto di fiducia», dice Ignazio La Russa.
Ma Napolitano non arretra. «Il consiglio dei ministri ha adottato all'unanimità un decreto legge ispirato al lavoro di molti costituzionalisti e, per ultimo, al contributo che ci è giunto del presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida». Ma Onida risponde immediatamente con decisione: «Hanno strumentalizzato le mie parole, disconosco nella maniera più assoluta qualunque mia partecipazione alla stesura del testo di un decreto legge che non ritengo nemmeno di commentare».
Berlusconi ha anche fatto una considerazione sullo stress psico-fisico del padre di Eluana. «Secondo istituti di ricerche da noi consultati - aggiunge Berlusconi - molti pensano che dopo 17 anni il padre» sarebbe affaticato dall'adempiere tutti i compiti necessari. « Ma il padre non ha avuto alcun gravame perchè ci sono state suore che l'hanno avuta in cura e la curano e che hanno un profondo attaccamento per Eluana».
Intanto i carabinieri di Udine hanno acquisito la cartella clinica di Eluana Englaro su delega del procuratore Antonio Biancardi. La documentazione sanitaria è stata prelevata alla casa di riposo La Quiete assieme ad altri documenti che il pm Biancardi, titolare dell'inchiesta, ha indicato agli ufficiali di Polizia giudiziaria.
Sempre nell'ambito delle indagini, una serie di interrogatori è stata disposta dalla Procura di Udine nei confronti di alcuni testimoni e persone vicine a Eluana Englaro anche se il Procuratore generale di Trieste,
, ha escluso che ci possano essere indagini su una sentenza di Corte di Cassazione.
La cosa è stata confermata verso mezzogiorno da una nota del procuratore di Udine Antonio Biancardi: «Le indagini della Procura di Udine sul caso Eluana Englaro riguardano unicamente il contenuto degli esposti e delle denunce pervenute a questo ufficio». «In particolare - conti nua la nota - si fa presente che le indagini non riguardano, per elementare obiettività, i contenuti di quanto già pronunciato dalla Corte d'Appello di Milano e dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione».
Nel ricordare che «questo ufficio sta attentamente valutando i numerosi esposti pervenuti con conseguenti direttive alla polizia giudiziaria», Biancardi ha detto che «le diverse notizie finora pubblicate risultano assolutamente prive di qualsivoglia fondamento».
Alle 6, comunque, l'avvio della riduzione dell'alimentazione (al 50 per cento) era già partita dopo l'arrivo a Udine del neurologo Carlo Alberto Defanti, che da 17 anni assiste Eluana, per un consulto con Amato De Monte, primario di anestesia, che attuerà il protocollo.
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