Electrolux-Rsu, svolta sugli straordinari esigibili
Niente più straordinari esigibili in Electrolux senza accordo con le Rsu. Quello che era stato uno degli elementi di forte contrarietà nei 5 stabilimenti del “bianco” del Gruppo, dove il referendum sul contratto integrativo aveva raccolto una maggioranza di “no”, è stato tolto dall’intesa. Il risultato è arrivato al termine di un lungo confronto tra i coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm, e l’azienda, iniziato dopo il risultato referendario che solo sommando i risultati dei due gruppi, Electrolux Italia ed Electrolux Professional, aveva approvato l’intesa. Una modalità di lettura del voto contestata immediatamente dalle Rsu dell’elettrodomestico per le quali l’accordo – limitatamente al settore del bianco – era stato bocciato.
Modificato il punto, il documento è stato presentato nei vari stabilimenti (ieri è toccato a Porcia, poi arriverà a Susegana) con contestuale raccolta di firme tra le Rsu. Completato questo passaggio, a Electrolux i coordinatori dovrebbero comunicare il venir meno della riserva (ovvero la nota in calce all’intesa in cui si stabilisce che il contratto è valido solo se approvato dai lavoratori), facendo così scattare gli aumenti dei premi previsti con lo stipendio di giugno.
L’intesa di questi giorni modifica la clausola sugli straordinari obbligatori, introducendo la necessità dell’accordo con i delegati di fabbrica, sia in Electrolux Italia sia in Electrolux Professional (dove l’accordo per l’integrativo era stato approvato). Si tratta di 24 ore di straordinario, da effettuarsi nelle giornate del sabato, che avrebbero dovuto essere attivabili su semplice richiesta dall’azienda senza obbligo di accordo. Per contro Electrolux “frena” sulle stabilizzazioni dei precari, tema che era stato messo sul tavolo dall’azienda e non oggetto di contrattazione. Scatteranno, secondo quanto previsto dal nuovo testo, al consolidamento dei volumi. Complessivamente più di un centinaio le assunzioni previste, di cui 30 a Porcia e 20 a Susegana.
In realtà a Porcia il trend è in flessione: la nota carenza di componenti rallenta la produzione e di conseguenza impatta sui volumi, in calo. Per cui fabbrica ferma il 18 giugno, oggi ci sarà il secondo stop e lunedì il terzo, con ricorso alla Cig. Tra le altre conseguenze del ralenti, la mancata conferma di una decina di contratti a termine (su 44 in scadenza).
Tornando al contratto di secondo livello, le opinioni contrarie non mancano. Le Rsu di Forlì giudicano “insufficienti” le modifiche. «Ci sono anche altri nodi da sciogliere: tutta la contrattazione su orari e flessibilità deve restare applicabile solo previo accordo di stabilimento con le Rsu e non spostata a livello nazionale di gruppo, come scritto nell’integrativo; i permessi individuali collettivi possono essere utilizzati a ore solo previo accordo di stabilimento; nel calendario ferie deve essere contrattato l’intero anno e non solo il periodo estivo; correggere l’affermazione sulla libertà dell’azienda di delocalizzare». Nessun dubbio poi, che «sono i lavoratori a decidere, e quindi è necessario tornare al voto». Come dire che la parola fine alla vicenda, iniziata il 23 aprile con il risultato referendario, potrebbe ancora non essere stata scritta. —
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