Electrolux cresce, non in Europa Chiuderà una fabbrica in Francia

PORDENONE. Fatturato, utile d’esercizio e prezzo delle azioni sono in salita. Electrolux chiude un terzo trimestre più che positivo, ma non in Europa. Nel vecchio continente, a trascinare gli indicatori in basso, sono i Paesi occidentali e scandinavi.
Tanto che la multinazionale dell’elettrodomestico annuncia la chiusura della fabbrica di lavatrici a carica dall’altro in Francia, nel 2014, e la riorganizzazione di stabilimenti in Svezia e Svizzera. I numeri. Nel trimestre il fatturato è migliorato del 5,9% (passando da 25.650 a 27.171 milioni di Sek), di cui il 4,6% è rappresentato da crescita organica, il 5,1% da acquisizioni e il -3,8% da variazioni nei tassi di cambio. L’utile del periodo è stato di 985 milioni di Sek (contro gli 825 del periodo precedente), corrispondenti a 3,43 Sek per azione (prima 2,90).
La forte crescita organica in particolar modo dell’America Latina, del Nord America e dell’Asia hanno contribuito al trend positivo del fatturato. L’utile operativo è migliorato con un importo di 1.461 milioni di Sek, equivalente a un margine del 5,4%. Tutte le aree di business, a eccezione dell’Europa, hanno conseguito un margine operativo superiore al 6%. In salita. Volano i mercati del Sud America (fino al 30% le vendite in Brasile grazie agli incinetivi fiscali). Nel terzo trimestre, in Nord America, il fatturato di gruppo è aumentato rispetto all’anno precedente grazie a maggiori volumi di vendita degli elettrodomestici e a miglioramenti sia dei prezzi che del mix. In discesa.
Non si arresta invece l’emorragia nei mercati più maturi, quelli dell’Europa occidentale. Si è registrata una diminuzione del 2% a causa della domanda debole in Europa meridionale e nei Paesi Scandinavi. La domanda in Europa Centrale e nel Regno Unito è aumentata; in Europa Orientale è cresciuta del 2%, principalmente per la crescita verificatasi in Russia, mentre il resto dell’area ha subito una diminuzione. La prospettiva.
«Ci aspettiamo che i volumi di mercato abbiano un andamento leggermente positivo nel quarto trimestre dell’anno – analizza Keith McLoughlin, Ceo Electrolux –, con l’eccezione dell’Europa. I mercati emergenti continueranno a incrementare la loro quota di vendite. In Nord America e in America Latina proseguirà l’effetto positivo degli aumenti di prezzo e del mix. Continueremo a sostenere il lancio di prodotti di alta gamma in Europa e aumenteremo gli investimenti sul mercato degli Stati Uniti, dal momento che ci si aspetta una ripresa in quell’area».
Diversa la situazione in Europa dove «è probabile che la situazione di mercato peggiori prima che si possa vedere qualche miglioramento. Stiamo contenendo quanto più possibile gli effetti negativi attraverso il lancio di nuovi prodotti e l’eliminazione di costi» spiega McLoughlin. Tagli e chiusure. «Stiamo dando inizio a parecchie attività per ridurre e specializzare la produzione nello stabilimento di frigoriferi di Mariestad in Svezia e nella fabbrica di prodotti per la cottura di Schwandem in Svizzera.
In questi due siti la produzione sarà concentrata su prodotti del segmento premium, mentre parte della produzione sarà trasferita nelle nostre fabbriche che hanno una struttura dei costi più efficiente – articola il Ceo –. Inizieremo la consultazione con i dipendenti dello stabilimento di lavatrici a carica dall’alto di Revin, in Francia, per interrompere la produzione entro la fine del 2014. Trascorreremo i prossimi due anni alla ricerca di un imprenditore che abbia un progetto industriale sostenibile per questo sito. Nel frattempo non ci saranno esuberi correlati a questa iniziativa».
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