Effetto Covid: più giardini, bagni e terrazze nelle case ristrutturate e progettate dopo la pandemia

Professionisti del settore a confronto on line sul futuro del mercato abitativo. Sempre meno open space e più terrazze. L’iniziativa della coop sociale Il ponte

PRATA. Più giardini e terrazze e meno open space: così cambieranno le case dei pratesi. Parte da Prata, in particolare dalla fattoria sociale Il Ponte di Ghirano, la sfida nell’immaginare un futuro abitativo diverso.

La cooperativa martedì ha proposto una tavola rotonda on line, con una diretta facebook che ha sinora raccolto 400 visualizzazioni, sul futuro dell’architettura residenziale alla luce dell’esperienza della pandemia. Il dibattito, moderato da Francesco Guazzoni, ha coinvolto sette professionisti del settore, a partire dalla coordinatrice della cooperativa e psicoterapeuta Federica Barabas. «La pandemia ha rilevato due problemi: la solitudine di chi vive solo contro il sovraffollamento di chi vive in famiglia – ha premesso – . Mentre prima della pandemia la cucina e il soggiorno erano considerate l’area principale dell’aggregazione, ora il centro si è spostato nelle stanze in cui le persone riescono a creare spazi personali di benessere, ovvero l’ufficio o la camera».

Gli architetti sono stati chiamati a interagire per primi: erano presenti la vicesindaco Katia Cescon ed Eros Marcon. Cescon ha sottolineato come la pandemia stia rimettendo in gioco la figura dell’architetto chiamato a ripensare gli spazi abitativi. «Durante il lockdown ha sofferto meno chi aveva un giardino, una terrazza, ovvero una stanza in più a cielo aperto – ha osservato Marcon – . Si tratta di una sorta di rivincita della campagna nei confronti della città». Marcon ha inoltre fatto cenno alle abitazioni giapponesi: case in cui i locali hanno spazi flessibili trasformabili con pochi gesti per esempio con l’utilizzo di pareti mobili.

Il geometra Eros Ronchese ha confermato che il trend premia attualmente anche economicamente le proprietà più grandi, in particolare qjuelle che possono contare su un giardino. Sul concreto è andato l’impresario edile Enrico Durante: «Negli ultimi tre mesi chi ha stanze giorno grandi concepite come open space mi chiede di creare più stanze, magari per ricavare uno studio o un bagno. La richiesta più curiosa è stata quella di un signore che avendo comprato durante il lockdown numerosi attrezzi ginnici mi ha chiesto di studiare un piccolo ampliamento per creare una stanza dove metterli».

L’agente immobiliare Marco Muffarotto, confermando il trend di richieste per spazi abitativi più ampi, ha aperto il dialogo alle responsabilità delle amministrazioni pubbliche: «Eventi del genere potranno riaccadere, dobbiamo quindi rinnovare completamente le città per il benessere psicofisico delle persone. Penso per esempio a dotare i paesi di linee internet più veloci e funzionali». Infine l’immobiliere Claudio Baita ha posto l’accento sui nuovi materiali, la domotica e la sicurezza delle abitazioni del futuro. La tavola rotonda è ancora visibile sulla pagina Fb della fattoria Il Ponte.


 

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