Ecco le condizioni del Tomadini per tenere aperta la piscina

Il presidente don Segatto rompe il silenzio e scrive al sindaco. Genitori preoccupati. Appello al Comune per aiutare l’Unf. Il 26 giugno diventerà effettivo lo sfratto
Udine 14 Giugno 2017 piscina sfratto Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Udine 14 Giugno 2017 piscina sfratto Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

UDINE. Don Luciano Segatto, presidente della Fondazione Tomadini, rompe il silenzio stampa e scrive al sindaco Furio Honsell. Nella lettera, che riportiamo a fianco, detta le condizioni per non arrivare alla chiusura della piscina, invitando lo stesso Comune a correre in aiuto dell’Unione Nuoto Friuli (sponsor o anticipi di cassa), saldando così parte del debito di 141 mila euro.

Venerdì, infatti, è previsto l’incontro tra il primo cittadino e i vertici della Fondazione. Il tempo stringe. Il 26 giugno il Tomadini ufficializzerà l’ingiunzione di sfratto già depositata in tribunale e il 30 metterà i sigilli all’impianto natatorio se non verrà ripianato il “buco”. Nel frattempo la società sportiva ha avviato una raccolta di fondi tra gli iscritti, da inviare tramite la segreteria o bonifico bancario.

«Avviso a tutti i soci, utenti, affezionati. Chiediamo un piccolo contributo per aiutarci in questo momento di difficoltà. Grazie infinite. La direzione». Questo è il volantino appeso davanti alla segreteria della piscina Tomadini. A detta anche di alcuni genitori dei ragazzi del corso agonisti è decaduta l’ipotesi dell’anticipo della quota annuale maggiorata di circa 200 euro. «Stiamo alla finestra – dicono -. Se non accadrà nulla e l’Unione Nuoto Friuli non farà fede agli impegni con la Fondazione, valuteremo di costituire un’associazione per rilevare la gestione dell’impianto».

Altre mamme e papà, invece, attraverso whatsapp hanno sensibilizzato per tutto l’arco della giornata la raccolta di donazioni dell’Unione Nuoto Friuli. Non mancano le prime adesioni, ma anche le critiche di chi chiede un aiuto concreto da parte di Comune e, soprattutto, Regione. «Rischiamo – avvertono alcuni papà - di mandare i nostri figli fuori provincia».

Un rischio concreto, soprattutto per chi pratica sub e nuoto sincronizzato (quasi 300 iscritti), che si allena ogni giorno al Tomadini perché è l’unico impianto in città e nell’hinterland ad avere una profondità di tre metri e mezzo. Tra le numerose realtà accolte dalla piscina Tomadini c’è anche il progetto “Aquabile”, svolto in collaborazione tra l’Unione Nuoto Friuli e l’associazione ProgettoAutismo Fvg Onlus, che attualmente conta 23 iscritti. In queste ultime ore gli organizzatori di questa iniziativa hanno voluto lanciare un appello per salvare la piscina.

«Il nostro – spiegano – è un progetto di avviamento alla pratica motoria-natatoria e alla promozione delle autonomie in piscina rivolto a bambini con disturbi del neuro-sviluppo, in particolare con disturbi dello spettro autistico.

È stata scelta proprio la piscina Tomadini come sede dell’iniziativa per le sue caratteristiche strutturali e in particolare per la profondità dell’acqua. Lavorando soprattutto con ragazzi molto grandi, il fatto che non tocchino per terra ci permette di entrare più facilmente in relazione con loro e ci consente di gestire con più facilità gli eventuali comportamenti problematici. Il nostro lavoro in una piscina in cui i ragazzi toccano e sono quindi autonomi potrebbe risultare più difficile e, in certe circostanze, potrebbe rilevarsi inutile».

Inoltre, concludono, «bisogna anche considerare il fatto che stiamo parlando di persone in generale poco flessibili e tolleranti ai cambiamenti di routine. Essere costretti improvvisamente ad abbandonare la struttura che ormai li accoglie da anni per adattarsi a un nuovo impianto, richiederebbe sicuramente per loro un lungo periodo di tempo».

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