Ecco la Farina del diavolo: una ferrata a bassa quota percorribile tutto l’anno

. Quattrocentocinquanta metri di cavo d’acciaio continuo, dalla piana di Villa Santina al ciglione su cui si affaccia il territorio di Lauco. È la nuova via ferrata costruita dalle guide della scuola di alpinismo Inmont, per conto del Comune di Villa. Supera con un balzo di quasi 300 metri la parete che incombe sull’abitato e che certamente molti conoscono, perché di lì, in giornate di precipitazioni intense, scende la cascata Radime.
Finora era frequentata soltanto da pochi arrampicatori esperti, come l’indimenticabile Ignazio Piussi, per le difficoltà e la pendenza della roccia, spesso a strapiombo. La via ferrata la rende ora accessibile a un numero più vasto di alpinisti, perché il cavo di acciaio e le staffe infisse nella roccia riducono le difficoltà tecniche e soprattutto consentono un’assicurazione continua, dall’attacco all’uscita superiore, sul ciglione di Lauco.
Ciò che la contraddistingue rispetto alle altre ferrate della regione e del Nord-Est d’Italia è la quota relativamente bassa (si parte dai 363 metri di altitudine di Villa Santina) e l’esposizione soleggiata a sud. Ciò significa che potrà essere percorsa in tutte le stagioni dell’anno, per l’assenza di neve e ghiaccio e per la temperatura relativamente mite anche nella stagione invernale.
«È una ferrata che possiamo classificare da moderatamente difficile a difficile», ci spiega Gianni Dorigo, guida alpina di Inmont. «Il percorso è di tipo francese, a senso unico: si può solo salire, mentre la discesa avviene lungo un comodo sentiero che aggira il ciglione».
Dorigo, che è stato direttore del cantiere, è originario di Enemonzo e tutte le volte che scendeva a Villa o a Tolmezzo aveva davanti agli occhi la parete del Radime. L’idea di tracciarvi un percorso attrezzato è stata sua. Da tempo l’aveva proposta al Comune di Villa, ma il sogno ha incominciato a concretizzarsi soltanto nel febbraio dello scorso anno. In giugno sono stati effettuati i rilievi sul terreno e il computo metrico e a fine novembre sono incominciati i lavori veri e propri, cui hanno partecipato anche le altre guide di Inmont, Andrea Fusari e Massimo e Guido Candolini. La realizzazione ha richiesto 150 giornate lavorative, concentrate soprattutto tra dicembre e gennaio. Comprende, oltre a 400 metri di cavo e le staffe (per gli ancoraggi alla parete sono stati praticati oltre 1.300 fori), anche un ponte tibetano di 12 metri, collocato al di fuori del tracciato, per raggiungere un pulpito panoramico che domina l’abitato di Villa.
Lo sviluppo del progetto, i calcoli tecnici, il controllo dei materiali e l’impatto ambientale sono stati seguiti dall’ing. Carlotta Sandoch, che ha assistito spesso ai lavori del cantiere, mentre della parte amministrativa si è occupato il perito Stefano Scarsini, dell’ufficio tecnico comunale. L’opera è costata 105. 000 euro, di cui il 70% con finanziamento del Servizio turismo della Regione, e il restante 30% a carico del Comune.
La ferrata di Villa Santina sarà inaugurata l’8 settembre, a conclusione di tre giorni di eventi dedicati allo sport nel parco intercomunale, che coinvolge anche i Comuni di Raveo, Lauco ed Enemonzo. In quell’occasione sarà spiegato perché la nuova ferrata è stata chiamata “La farina del diavolo”, un nome che rimanda a un’antica leggenda, che parla di una mugnaia avara e tignosa, del diavolo e, naturalmente, della farina. Quella farina che ancor oggi sembra di vedere sparsa sulle rocce dello strapiombo di Villa Santina, proprio dove sale la nuova ferrata. —
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