Ecco la ciclovia che fa rinascere la Udine-Majano

Presentato il progetto che recupera il tracciato dismesso «Ci sono leggi e bandi europei per realizzare il percorso»



Una ciclovia per recuperare il vecchio tracciato della ferrovia dismessa Majano-Udine e per collegare così la zona prealpina con l’Alpe Adria, l’ippovia e la Fvg 4 delle valli del Natisone. Poi, a questo già importante intervento (già sollecitato con un ordine del giorno dal consigliere del Pd, Pierenrico Scalettaris), si aggiunge la definizione di 2 criticità come la stazione di Paderno e il passaggio a livello del Bearzi.

Un progetto ambizioso, con cui i due ideatori, il presidente di Hemp Revolution, Ugo Rossi, e l’amico e architetto Andrea Fabris, sognano in grande. Sabato pomeriggio, l’idea – su cui in passato avevano lavorato l’associazione Italia Nostra in collaborazione con la Federazione italiana amici della bicicletta – è stata presentata al pubblico. Tra i relatori c’era anche il progettista del parco del Cormôr, l’architetto Roberto Pirzio Biroli, che con un masterplan ha già messo nero su bianco la riqualificazione del tracciato dell’ex ferrovia dal Cormor a Majano, trovando anche l’approvazione delle amministrazioni comunali direttamente coinvolte. Mancherebbe quindi soltanto il tratto udinese, su cui vorrebbero lavorare Rossi e Fabris.

Ma sono anche altri gli aspetti su cui intervenire: dalla sistemazione della stazione abbandonata di Paderno alla realizzazione di un ponte tra viale Tricesimo e viale Vat, dalla messa in sicurezza del passaggio a livello del Bearzi, per renderlo collegabile alla ciclovia Fvg 4, alla sistemazione del ponte sul Cormor, fino alla creazione di una copertura sopra il mercato di viale Vat, sul modello di quello di Barcellona.

Ma partiamo dalla ciclabile. «Ci piacerebbe fosse realizzata, almeno in alcuni punti, con materiali fotoluminescenti: in questo modo sarebbe possibile pedalare senza alcuno spreco di energia – spiega l’architetto –». Nell’area della stazione di Paderno, dove l’intenzione è di fare spazio a un ostello con una sala destinata alle associazioni, si è anche creata una piccola oasi faunistica dove si possono trovare lepri e fagiani, ma soprattutto, nella stagione estiva, moltissime api. «Per questo motivo ci piacerebbe dar vita a un beehotel, una struttura in legno dedicata ad ospitare le api» precisa.

Al vicesindaco di Udine Loris Michelini l’idea piace ma è preoccupato per la copertura economica. Ma come spiega Fabris i fondi ci sarebbero: «La legge 2 del gennaio 2018 affronta il tema dello sviluppo della mobilità in bicicletta; così come il bando europeo Urban innovative actions e la legge regionale 15 febbraio del 2018 prevedono interventi per promozione cicloturismo. A bilancio ci sono già un milione e 150 mila euro per il 2019 e un milione 700 mila per il 2020» conclude Fabris. —

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