Ecco la Capanna sul fiume che conquista l’Europa

PREMARIACCO. Trasformare un vecchio, malandato canile nella casa dei sogni, quella vagheggiata da sempre. E vincere, con l’opera - tradottasi in manifesto di una precisa visione architettonica -, il prestigioso Emirates Glass Leaf Awards, premio internazionale annuale di architettura appunto, cui si candidano decine e decine di professionisti (128 quelli a concorso nell'edizione 2015) da ogni parte del mondo.
Il riconoscimento, uno dei più ambiti e rilevanti nella sfera in questione, è arrivato stavolta in Friuli. A Firmano di Premariacco, per l’esattezza.
È lì, sulle sponde del Natisone (in località Magredi), che gli architetti e designer Robby Cantarutti e Francesca Petricich - titolari dell’omonimo studio, attivo dal 1995 - hanno concepito il loro progetto e gli hanno dato forma, creando una “Capanna sul fiume” (per citare il titolo con cui hanno presentato il lavoro) che ha conquistato la giuria del Leaf Awards, conferito nei giorni scorsi a Londra.
La casa - la loro casa, quella che immaginavano fin da ragazzi - è stata proclamata “Edificio residenziale monofamiliare dell’anno”. Il disegno parte da lontano, da innumerevoli momenti vissuti lungo il corso d’acqua che attraversa le Valli e Cividale e lambisce, poi, Premariacco.
«Il Natisone – confermano i professionisti – è stato l’incubatore di un sogno, dapprima inconsapevole, poi fantasticato, infine fortemente voluto».
Così è nata la “capanna”, con attiguo studio lavorativo. Il principio cardine dell’operazione è quello dell’armonizzazione con l’ambiente: obiettivo era rispettare il contesto naturale «tramite un inserimento equilibrato dei volumi, rimasti identici all’edificazione preesistente».
Va precisato, al riguardo, che il terreno di 9 mila metri quadri su cui sorge il manufatto è sito di interesse comunitario e che risulta soggetto, di conseguenza, a stringenti vincoli di tutela del patrimonio paesaggistico e faunistico.
Fino a qualche tempo fa ospitava un canile, composto da una serie di stalletti allineati su due file, una più lunga dell’altra, la cui planimetria ricordava la forma di una pipa. Poco più a nord c’era la casetta del custode, cinque metri più in basso scorre il verdissimo Natisone.
L’immobile si compone di due unità indipendenti, unite da un muro in calcestruzzo che, oltre a collegare le sezioni, forma un ampio portale rivolto verso il fiume.
L’abitazione è stata pensata per una totale simbiosi con il contesto fluviale: di qui la scelta, per esempio, di rivestire parte della dimora in pietra di Muggia, il cui colore rispecchia le tinte della boscaglia.
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