«È un patrimonio storico Dal 1331 al servizio della città»

SACILE. «No alla chiusura dell’ospedale di Sacile». L’architetto Maria Grazia Gargan si mette di traverso con migliaia di sacilesi ai tagli in cantiere alla sanità in via Ettoreo. E richiama il...

SACILE. «No alla chiusura dell’ospedale di Sacile». L’architetto Maria Grazia Gargan si mette di traverso con migliaia di sacilesi ai tagli in cantiere alla sanità in via Ettoreo. E richiama il valore storico della struttura.

A rischio c’è il pronto soccorso: è condannato alla chiusura, dicono i bene informati. L’ospedale liventino costa troppo: con gli stipendi di 200 camici e colletti bianchi, sfora – lo dicono in reparto e magari esagerano – circa 2 milioni di euro all’anno.

«È un patrimonio sociale e storico – fa muro l’architetto che difende i servizi in città –. Il modello Sacile ha un bacino ufficiale di 60 mila utenti e si aggiungono anche tanti in arrivo da Gaiarine, Orsago, Conegliano». La battaglia va avanti a colpi di petizione (il comitato fondato da Gigi Zoccolan dell’Associazione rinnovamento della sinistra ha incassato 2 mila firme). A rischio è il futuro del pronto soccorso: deciderà la Regione Fvg in aprile, il piano del dimensionamento. La cittadella sanitaria costa troppo: 170 mila metri cubi edificati su una superficie di 75 mila metri quadri e parco, hanno numeri da record alla voce spese. Bollette delle utenze, manutenzione e costi personale raccolgono i numeri di circa 200 degenti (nei vari reparti sanitari ancora attivi) e oltre 200 dipendenti (camici bianchi, amministrativi, inservienti e operai): due milioni di euro annui, insistono i bene informati con beneficio di inventario.

«La sanità è un bene primario – Gargan non baratta il valore dell’ospedale –. La situazione strutturale degli edifici e le dotazioni tecnologiche sono di buon livello. Come è buona la qualità delle prestazioni mediche. La storia dell’ospedale affonda nel medioevo e difenderemo fino in fondo, questa struttura che “è” Sacile».

La fondazione è forse precedente alla lapide datata 1462 che è conservata in via Ettoreo. Un documento del 1326 anticipa la nascita. «Ghesio lascia all’ospedale una casa in borgo Ricco». La fondazione sarebbe opera dei Battuti: la presenza della confraternita a Sacile è infatti documentata nel 1331 a proposito della costruzione di una chiesa dedicata a San Gregorio. Nel 1437 l’ospedale assunse il nome di San Gregorio. Nel 1442 l’ospedale era dotato di 12 letti. «Era ospizio ai pellegrini – riassume Gargan – nell’età delle Crociate. Nel 1362 un certo Almerico dispose “per legato all’Ospitale S.Gregorio di Sacile un Maso”, ossia un’estensione di terreno in frazione Topaligo».(c.b.)

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