È stata demolita a Paluzza la storica caserma Mentil

PALUZZA. Da qualche giorno quanti transitano lungo la statale 52 bis all’ingresso del paese di Paluzza notano sulla sinistra, salendo verso l’Austria, un enorme cumulo di macerie: è tutto quello che rimane delle palazzine pericolanti della Caserma Maria Mentil Plozner.
L’amministrazione comunale ha infatti nei giorni scorsi dato il via libera per l’abbattimento dei due fabbricati fatiscenti che incombevano sulla strada statale. Massimo Mentil, primo cittadino, aveva spiegato che tale provvedimento era necessario per la messa in sicurezza del posto e per il decoro del paese.
«La storia va rispettata - aveva detto il sindaco a suo tempo - anche prendendo decisioni sofferte ma che vanno a fermare un degrado e un’autodistruzione le quali, oltre mettere a repentaglio l’area che confina pericolosamente con la statale 52 bis, di sicuro sarebbero veramente un affronto alla storia e alla memoria stessa». Così è stato dato incarico alle ditte D’Agaro Srl di Prato Carnico e alla Valbut Inerti Srl di Zuglio di procedere alla demolizione e alla rimozione delle macerie.
Il progetto, che prevede la riqualificazione di parte dell’aera dismessa di pertinenza dell’ex caserma intitolata alla portatrice carnica Maria Mentil Plozner, ha comportato un investimento di 400 mila euro, a fronte di «svariati milioni» che sarebbero stati necessari, secondo l’amministrazione comunale, per il recupero funzionale delle due palazzine.
Le strutture abbattute versavano in situazioni drammatiche da diverso tempo, creando pericoli alla circolazione sulla strada statale che conduce in Austria.
Dal 1991 la struttura era stata abbandonata dai militari e nel 2001 è stata data in concessione al Comune carnico. Le varie amministrazioni comunali succedutesi nel tempo avevano sempre cercato una soluzione diversa mai però portata a termine. Fra le varie ipotesi di recupero, si era pensato all’affidamento a operatori privati, la Oro Neve, per adibirla a centri di recupero e riabilitazione per traumi sportivi, destinazione sanitaria che la Caserma ebbe nel 1946 per la riabilitazione dei combattenti, in particolare da quanti rientravano dai vari campi di concentramento affitti alla tubercolosi.
Tutti progetti che non hanno avuto seguito, quindi il Comune ha deciso di mettere in sicurezza il sito, lasciando le altre strutture della caserma, che sono state già recuperate, all’Ana e alla protezione civile locali.
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