È morto l’imprenditore del mobile Pillinini

Aveva 86 anni, fu fra i fondatori della delegazione di Confindustria e fece parte del direttivo provinciale di Congafi

/ TOLMEZZO

Si è spento a Tolmezzo a 86 anni Bruno Pillinini: fu valente imprenditore del mobile, oltre che uno dei fondatori della Delegazione di Tolmezzo di Confindustria, consigliere della Banca Carnica, artefice dell’individuazione della prima zona industriale di Tolmezzo in via Grialba e componente del cda a livello provinciale di Congafi.

Era malato da mesi. Lascia il figlio Alberto, la compagna Livia e due sorelle, Letizia e Umbertina. L’ultimo saluto oggi alle 10 in duomo. Bruno era un imprenditore di spicco nel settore del legno. L’azienda del nonno Giuseppe era stata fondata nel 1896 e creava tranciati (fogli di legno per impiallacciare i mobili), parchetti, tavolame, solo in parte mobili. Poi l’attività familiare si divise in imprese diverse. Il padre Eugenio morì troppo presto, quando Bruno aveva solo 17 anni e il fratello Franco 21. Presero subito in mano l’azienda e con il Mobilificio Fratelli Pillinini seppero distinguersi sul mobile e sull’arredamento creando prodotti eleganti e di singolare cura nel design.

Furono tra i primi ad abbinare molto il vetro al mobile. Realizzarono il loro stabilimento in via Grialba. La loro attività diede da vivere a tante famiglie che poterono così fermarsi in loco. L’azienda impiegò, ricordano alla Delegazione tolmezzina di Confindustria, anche 75 persone: era una delle poche che assumeva personale femminile. Bruno e Franco furono imprenditori molto innovativi, anche nella componentistica. Uno degli ultimi prodotti di successo furono le ante scorrevoli che nei mobili si avvolgevano come una persiana verso l’interno. Un loro brevetto. Per il mercato mutato e nell’incertezza di una prosecuzione in famiglia l’azienda chiuse nel 1996, ma prima Bruno si adoperò per ricollocare gran parte dei suoi dipendenti.

La sua vita fu segnata da successi, ma anche da grandi dolori: la perdita di una figlia di appena un anno, quella prematura della moglie Rosita nel 1985 per malattia e sei anni dopo del figlio Andrea, che morì sul monte Zermula. Nove anni fa arrivò invece la gioia della nascita del nipotino Andrea, a cui il figlio Alberto volle dare il nome del caro fratello.

«Mio padre – ricorda Alberto – è riuscito a starmi accanto in maniera encomiabile, quando io appena adolescente rimasi senza madre. Mi ha insegnato tanto, è stato padre, madre e fratello per me. È stato una figura importante per Tolmezzo, ma anche per un figlio che in lui ha trovato tanti ruoli. Mio padre aveva una grande onestà e signorilità anche nei rapporti con chi ha lavorato con lui. Era innamorato della gente di Carnia, della loro concretezza e del loro legame al territorio».

Mario Gollino, ex presidente del Carnia Industrial Park e per tanti anni capo delegazione di Confindustria a Tolmezzo, con l’attuale capo delegazione, Nicola Cescutti, ricorda: «Con industriali come Aita, Corbellini e altri nel settore del legno di Villa Santina, Bruno e Franco furono tra i fondatori della Delegazione di Tolmezzo di Confindustria. Loro facevano mobili di alta gamma. L’attività era florida, una fabbrica modello e all’avanguardia». «In Confindustria i due fratelli – ricorda Gollino – erano molto propositivi. Ho imparato da loro come imprenditore». Bruno negli anni Settanta con altri imprenditori diede vita alla società di iniziative immobiliari “Carnica investimenti”, con i proventi aprì pure il calzaturificio, Artha, che occupò decine di lavoratori. —

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