È morto nella notte fra domenica 5 e lunedì 6 luglio, in una clinica romana per le conseguenze di una caduta, il premio Oscar Ennio Morricone.
Il grande musicista e compositore, autore delle colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale da "Per un pugno di dollari" a "Mission" a "C'era una volta in America", da "Nuovo cinema Paradiso" a "Malena", aveva 93 anni. Qualche giorno fa si era rotto il femore.
Cinquecento colonne sonore, 70 milioni di dischi venduti nel mondo, sei nominations e due Oscar vinti, tre Grammy Award, quattro Golden Globe e un Leone d’Oro fanno di Ennio Morricone uno dei più grandi e importanti compositori di tutti i tempi.
Nel 2012 l'artista si esibì in un concerto in Friuli, precisamente a Udine: quel giorno oltre quattromila spettatori presero parte all'esibizione del compositore in piazza Primo Maggio.
LE FOTO DEL CONCERTO IN PIAZZA PRIMO MAGGIO
I funerali di Ennio Morricone si terranno in forma privata «nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza». Lo annuncia la famiglia del premio Oscar attraverso l'amico e legale Giorgio Assumma.
Morricone, si legge nella nota, si è spento «all'alba del 6 luglio in roma con il conforto della fede», Assumma. aggiunge che il maestro «ha conservato sino all'ultimo piena lucidità e grande dignità. ha salutato l'amata moglie Maria che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale e gli è stato accanto fino all'estremo respiro ha ringraziato i figli e i nipoti per l'amore e la cura che gli hanno donato.
Ha dedicato un commosso ricordo al suo pubblico dal cui affettuoso sostegno ha sempre tratto la forza della propria creatività».
L'INTERVISTA A MORRICONE IN OCCASIONE DEL CONCERTO DI UDINE
“Sono e resto un compositore”, così Ennio Morricone esordì nell’affabile incontro che ebbi con lui la mattina del grande concerto che tenne in Piazza Grande nel 2012. “Quella del direttore d’orchestra, precisò il Premio Oscar alla carriera 2007, è un’attività al servizio della mia musica, la sola che dirigo. Non mi sognerei mai di dirigere musica di altri autori. Al punto che vorrei che il pubblico ascoltasse la mia musica a occhi chiusi, non si lasciasse fuorviare dal gesto, che il mio è semplicissimo.”
Un’attività, quella di direttore d’orchestra di Ennio Morricone live esplosa il 28 settembre 2002, quando con il primo concerto all’Arena di Verona, location cult per opere e musica rock, ha avuto inizio, di fatto, per lui una nuova vita artistica.
Una nuova stagione per il grande musicista che non venne mai meno alla sua vocazione di compositore legato alla scrittura su carta, “ la carta, con i suoi spazi, mi da la possibilità di esprimermi al meglio; i nuovi strumenti, la tecnologia, la simulazione e la scrittura al computer o l’esecuzione su tastiere e sintetizzatori sono molto lontani dal mio mondo, dal mio modo di concepire la composizione, che resta legata alla tradizione”.
“La musica, ancora Morricone, è astrazione, l’arte astratta per eccellenza, se le togliamo anche quel poco di concretezza che dà la carta, cosa resta della creatività?“
E alla domanda se c’è differenza tra un registrazione in studio e un’esecuzione dal vivo, Morricone rispose che “certo dal vivo c’è il pubblico, ci si può sentire più liberi, mentre in fase di registrazione, soprattutto per le musiche da film si lavora al cronometro, visto che il montaggio e missaggio impongono tempi ben definiti e calibrati: ma il tipo di orchestrazione è la stessa, non cambio mai la concezione di fondo di un brano.”
E a proposito di orchestrazione e arragiamenti, impossibile non ricordare con lui i primi tempi della sua attività professionale, gli anni in cui lavorava per il teatro di rivista, tromba solista di volta in volta scritturato dalle compagnie che passavano per Roma, al Teatro Sistina o al Valle, Rascel o Modugno,“delle cui musiche facevo gli arrangiamenti; anche di molte canzonette, di Morandi, di Paoli, alla Rca; la prima fu Il barattolo di Gianni Meccia.”
E sull’onda dei ricordi non poté mancare l’episodio dell’autolicenziamento dalla Rai, dove lavorò per un giorno solo nel 1958, perché, come gli disse il direttore del sevizio, “come compositore non avrebbe fatto carriera e non avrebbe mai potuto eseguire la sua musica.”
Previsione fallacissima, ché quella di Morricone è stata una carriera brillantissima, che, ammise con l’umiltà che è solo dei veri grandi, “è dipesa soprattutto dalle colonne sonore, anche se ho composto di tutto, dalle canzonette alle sinfonie, musica assoluta come la chiamo.
Perchè quella per il cinema è musica al servizio dell’idea del regista, è lui il padrone. Sta ai suoi collaboratori riscattare la loro partecipazione al film, e darle un peso non solo di servizio. E io credo di averlo fatto.”