È morto il conte Prandi fu per decenni dirigente del Partito liberale

Aveva 88 anni, fino al 1987 fu impegnato in politica Amico di Otto d’Asburgo, aveva un grande amore per l’Austria
Di Christian Seu

È stato tra i protagonisti della vita politica goriziana e regionale per oltre trent’anni. Con due passioni: il “suo” Partito liberale e l’Austria, dove le origini della famiglia in parte s’intersecarono secoli fa, come suggerisce il predicato nobiliare. È morto l’altra notte a Gorizia, all’età di 88 anni, il conte Prandino Prandi de Ulmhort. Impegnato in politica, è stato per decenni dirigente del Partito liberale italiano, che ha contribuito a fondare in regione negli anni Cinquanta. Attivo con Italia Nostra e membro del curatorio (per nomina della Regione) della Fondazione Coronini Cronberg, si è dedicato a partire dagli anni Ottanta all’Unione Paneuropea. Il conte Prandino, che aveva perso sei anni fa l’amata moglie Mary Corinna Brandolin, lascia il figlio Ferdinando con la moglie Sonia, e la nipote Sophia.

Nato a Trieste nell’aprile 1928 dal conte Gino e da Margherita van Pott, Prandino si trasferisce a Gorizia a dieci anni, dopo che un incendio nel 1938 distrugge la residenza di famiglia a Cassegliano.

Si diploma al Liceo scientifico e inizia gli studi alla facoltà di Ingegneria di Trieste: durante la Seconda guerra mondiale è stato ufficiale nel 114° reggimento della Divisione Mantova. Al termine del conflitto segue l’azienda agricola di famiglia a San Pier d’Isonzo, un impegno che alternerà a quello politico, mantenendo la guida dell’impresa fino al 1986. Viene a contatto con personaggi come Marco Pannella: da queste conoscenze e dall’asse con i veneti Marzotto, nasce il Partito liberale in regione, con Prandi tra i suoi alfieri. Del Pli il conte fu segretario comunale, provinciale e infine regionale, prima di lasciare la politica attiva nel 1987.

Negli anni Settanta e Ottanta Prandi entra in contatto e stringe rapporti di onesta e a volte persino amichevole rivalità politica con i Dc Guido Fornasir e Antonio Scarano, con il socialista Lanfranco Zucalli, ma anche con Devetag, Saro, Biondi e Bozzi. Proprio con Scarano contribuisce a far leva su Roma affinché venga varato il Fondo Gorizia, “cassaforte” del territorio provinciale gestita dalla Camera di Commercio. C’è poi l’amore per l’Austria: si è dedicato a partire dagli anni Ottanta all’Unione Paneuropea, presieduta da Otto d’Asburgo, con il quale aveva stretto una forte amicizia. Nel 2000 l’ultimo incarico pubblico, con la nomina nel curatorio della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg. I funerali saranno celebrati martedì o mercoledì nella chiesa di Piazzutta, in piazza Tommaseo, a Gorizia. Il conte Prandino riposerà accanto all’amata Corinna nel cimitero di San Pier d’Isonzo.

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