E' morto Giovanni Pelizzo, una vita dedicata alla politica

UDINE. Ieri mattina al policlinico Città di Udine è morto Giovanni Pelizzo, avvocato e politico che per 25 anni – come assessore e presidente –, ha fatto la storia della Provincia di Udine. Pelizzo aveva 78 anni e da tempo lottava contro il diabete.
Era nato ed abitava a Cividale. Figlio dell’ex sindaco e senatore Dc, Guglielmo – sottosegretario alla difesa nella III, IV, e V legislatura con i governi Fanfani IV, Leone I, Moro I, Moro II, e Leone II – era il primo genito di quattro fratelli: Lorenzo ex presidente della Banca Popolare di Cividale; Luciano ex funzionario alla Cassa di Risparmio di Udine scomparso pochi mesi fa e Maria Rosa, chirurgo di fama internazionale. Laureato in giurisprudenza all’Università di Trieste, aveva seguito la carriera forense prima come procuratore legale, poi avvocato libero professionista – faceva parte della Camera penale del tribunale di Udine dal 1962 –, era stato patrocinante in Cassazione e avanti le giurisdizioni superiori.
Ma Giovanni Pelizzo non è stato soltanto un affermato professionista: nel suo dna c’erano l’impegno nel sociale e la politica, che ha cominciato da giovanissimo sulle orme del padre e all’ombra dello scudo crociato. Molti lo ricordano presidente della Provincia di Udine, ma quello è soltanto uno dei molti incarichi ricoperti dall’avvocato cividalese. In ambito scolastico, per esempio, Pelizzo era stato presidente dei consigli di amministrazione dell’Itas (istituto tecnico agrario di Stato di Cividale) e dell’Ipsia (istituto professionale di Stato per l’industria e l’artigianato) di Cividale, San Giovanni e San Pietro al Natisone. Era stato anche vicepretore onorario alla Pretura di Cividale, presidente dell’associazione calcio Cividalese (per cinque campionati), della Forum Julii – pallacanestro; presidente del consorzio Vini Doc Colli Orientali del Friuli per 18 anni, dal 1976 al 1994, della sezione cividalese del Club alpino italiano per 23: dal 1972 al 1995; della commissione regionale del Cai, con incarico anche a livello nazionale a Milano.
Tra gli anni Settanta e Novanta “scrive” parte della storia della sua città e del Friuli come politico di spicco della Democrazia cristiana: dal 1980 al 1994 è assessore provinciale, poi dal 1995, presidente della Provincia di Udine. Era stato eletto a suffragio popolare: circa 170.000 voti di preferenza. Incarico che ricopre fino al Duemila quando è nominato presidente di quello stesso consiglio. Agli impegni cividalese e di palazzo Belgrado alterna scappate a Roma, al direttivo nazionale dell’Unione delle Province d’Italia (tra il 1980 e il 1999).
E poi Friuli nel Mondo. «Ha lavorato molti anni con me quand’ero presidente di Friuli nel Mondo – racconta l’ex deputato e sottosegretario Giorgio Santuz –. Era un uomo estremamente coraggioso, basti vedere come ha affrontato la malattia. Veniva alle riunioni accompagnato dal figlio Guglielmo. Era segnato, provato, vedeva poco, ma sempre lucido e grintoso. È sempre stato bravo a darmi consigli legali e soprattutto era una persona leale, fedele alla sua terra e alla sua cultura».
Giovanni Pelizzo è stato anche presidente e socio fondatore delll’associazione Mittelfest e presidente del Consorzio per lo sviluppo industriale della zona dell’Aussa Corno; consigliere della Federazione italiana consorzi ed enti di Industrializzazione (Ficei). Ha avuto responsabilità in alcune realtà amministrative, culturali ed economiche nell’intero territorio regionale. È stato consigliere comunale di Cividale e nel 1982 è stato insignito dell’onoreficenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana.
«I primi ricordi che ho di Giovanni sono nell’ufficio del padre – racconta commosso il presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini –. Era un amico e la notizia della sua scomparsa mi rattrista molto sia sul piano personale sia come istituzione: la Fondazione deve piangere su questa perdita. Con lui ho fatto un periodo in Provincia e condiviso un percorso politico e personale. Ho potuto apprezzare le doti di grande e profonda umanità, soprattutto quando è stato nominato presidente del collegio sindacale della Fondazione: era prodigo di consigli, partecipava alla vita dell’ente, è stato un grande uomo che ha onorato la storia della Fondazione Crup. Lascia un grande vuoto, anche fra gli avvocati, una grande eredità al figlio».
I funerali saranno celebrati domani, alle 15, in Duomo a Cividale. Oltre alla moglie Franca Lisa Cimenti, lascia due figli: Guglielmo, avvocato, e Alberto, studente universitario, la nuora Lucia Aviani e i nipoti Filippo e Giovanni Alessandro.
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