È morta Elsa: a Villa Manin era la signora dietro le quinte

Codroipo, negli anni Cinquanta è stata capocuoca e governante nella dimora veneta. Aveva sposato Luciano Cengarle, amico del conte Giovanni. Martedì 11 i funerali
Elsa Della Torre con il marito Luciano Cengarle (il terzo da sinistra) nel giorno del loro matrimonio. Accanto allo sposo, il conte Giovanni Manin (primo da destra)
Elsa Della Torre con il marito Luciano Cengarle (il terzo da sinistra) nel giorno del loro matrimonio. Accanto allo sposo, il conte Giovanni Manin (primo da destra)

CODROIPO. È morta Elsa Della Torre, la “signora dietro le quinte” di villa Manin. Aveva 85 anni e da una settimana era ricoverata all’ospedale di San Daniele in seguito l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Si era occupata della casa e dell’allestimento di cene e ricevimenti che il conte Giovanni Manin e i suoi genitori offrivano dopo le battute di caccia.



Erano i tempi in cui la dimora veneta di Passariano non era stata ancora venduta alla Regione ed Elsa, neanche ventenne, era arrivata nel 1952 da Gaiarine per prendersene cura. Assieme a lei, se ne va una testimonianza di uno spaccato di vita nobiliare friulana.

Quello in cui i nomi di Ernest Hemingway, Marta Marzotto, i conti Kechler e la famiglia Moretti – tanto per farne qualcuno – si sentivano di frequente e i loro volti comparivano spesso tra gli invitati ai banchetti, a base soprattutto di selvaggina e pesce.

In quel mondo Elsa ci era finita quasi per caso. Tra i frequentatori della dimora veneta, infatti, c’era anche suo cugino Bepi Costoli, amico e compagno di caccia del conte Giovanni. «È stato proprio lui – racconta Adriano Sante Cengarle, primo dei tre figli di Della Torre – a fare il nome di mia mamma al conte quando ha saputo che cercava una ragazza per affidarle cucina e allestimenti della villa».

E così, a 19 anni, Elsa aveva lasciato Gaiarine alla volta del Friuli. Qualche anno più tardi, l’incontro con l’impresario edile Luciano Cengarle, anche lui amante delle battute di caccia organizzate dal conte nelle migliaia di ettari della tenuta di Passariano, e il matrimonio nel 1958. Dalla loro unione sono nati Adriano, Alberto e Aleardo.

«Mia madre ha continuato a lavorare per i conti Manin fino al 1963 – continua il primogenito – e lavorava come capocuoca e governante. Dopo le battute di caccia, organizzate con una certa regolarità, gli ospiti si fermavano anche a cena e mia mamma controllava la preparazione in cucina e gli allestimenti della villa».

Tutto doveva essere perfetto: la tavola e gli addobbi erano concepiti per accogliere gli invitati nel migliore dei modi e assecondare gli occhi oltre che il palato. Attenzioni che avevano peso, all’epoca.

La passione di Elsa per i cani non era sfuggita al conte Giovanni, che aveva pensato di affidarle il compito di occuparsi dei segugi utilizzati per inseguire la selvaggina.

«È stata una grande allevatrice di cani da caccia» conferma Adriano. Anche dopo che Elsa se n’era andata da villa Manin (il suo posto era stato preso dall’amica Filomena), la famiglia Cengarle aveva mantenuto un bel rapporto di amicizia con i padroni di casa. Fatto di visite e frequentazioni reciproche.

«Ho accompagnato anche io – prosegue il figlio – mio papà a caccia. Dentro il grande parco, inoltre, avevano realizzato un campo di tiro al piattello frequentato da personaggi importanti della nobiltà e della borghesia. Dopo aver passato il tempo, si fermavano per la cena. Nel 1954 – indica – c’era per esempio anche Hemingway».

Elsa Della Torre viveva a Codroipo assieme al secondogenito Alberto. Una settimana si era reso necessario il suo ricovero all’ospedale di San Daniele, dove è morta venerdì mattina. I funerali saranno celebrati martedì, alle 15, nel duomo di Codroipo.

«Mia madre era una persona solare – conclude Adriano – e molto buona. È stata un esempio per noi figli e per chi l’ha conosciuta, oltre che una grande cuoca». Qualità apprezzate dai conti Manin e da tutti gli ospiti della villa veneta.

 

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