È il cormonese Nicola Biasi il miglior enologo italiano della generazione Under 40

Il personaggio
È cormonese il miglior enologo della nuova generazione in Italia. Lo ha stabilito l’associazione Vinoway Italia, una delle voci più autorevoli del settore, che ha nominato il 39enne Nicola Biasi “Miglior Giovane Enologo 2020”. Biasi da anni vive e opera tra il suo Collio, il Trentino e il Chianti: in queste terre così importanti per il mondo agricolo che ha potuto forgiare la propria professionalità, riconosciuta oggi di altissimo livello anche all’estero. La premiazione avverrà il 10 ottobre a Bari al Vinoway Wine Selection 2021, giunto alla sua IV edizione. Un premio che Biasi riceve con «non poca emozione», commenta a caldo, riconoscendo anche il fondamentale operato del suo gruppo di lavoro: «Sono onorato di ricevere questo riconoscimento, rappresenta la conferma di aver intrapreso la strada giusta. Nonostante sia personale – evidenzia – lo considero senza ombra di dubbio un premio di squadra. Essere considerato il miglior giovane enologo 2020 è uno stimolo a migliorare e crescere sempre di più».
Biasi è uno degli enologi italiani Under40 dal curriculum internazionale migliore: viene descritto come un professionista pratico e aperto alle novità, anche grazie all’ampia visione del mondo fornitagli dalle esperienze lavorative in diversi continenti. Ha iniziato la carriera tra le cantine Jermann, Zuani e Felluga, per specializzarsi poi nell’australiana VictorianAlps di Gapsted e successivamente nella sudafricana Bouchard Fialayson. È dopo aver vissuto tra Oceania e Africa che approda in Toscana, operando nelle aziende Marchesi Mazzei e Allegrini per poi diventare capo enologo a Poggio al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino, dove diventa anche amministratore delegato. A inizio 2020 ha fondato la Nicola Biasi Consulting, studio di consulenza per aziende vitivinicole. Biasi è noto inoltre nel mondo della viticoltura per aver dato vita nel 2013 al progetto Vin de la Neu, un vino prodotto nella Val di Non a quasi 1000 metri d’altitudine. È in Trentino che impianta vigneti di Johanniter, varietà resistente alle malattie fungine, tra cui oidio e peronospora, ottenuta dai parentali nobili Riesling e Pinot Grigio. Questa caratteristica, insieme alle condizioni pedoclimatiche del vigneto, consente di ridurre quasi a zero i trattamenti anticrittogamici. È per quest’idea innovativa che nel 2015 ha vinto Next in Wine di Simonit&Sirch, premio dedicato ai talenti under 35 del vino italiano.–
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