È agli arresti domiciliari e lancia la droga dalla finestra

Evan Passero è stato visto mentre lanciava l’eroina in strada. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti in casa oltre 10 grammi di stupefacente
Elisa Michellut

Cedeva droga lanciandola dalla finestra mentre si trovava agli arresti domiciliari per lo stesso tipo di reato. Sono stati i carabinieri della stazione di San Giorgio di Nogaro, che stavano tenendo d’occhio la sua abitazione, a mettere fine all’attività di spaccio.

Nei guai è finito un giovane sangiorgino di 24 anni, Evan Passero, arrestato giovedì scorso dai militari dell’Arma con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Ieri mattina, il gip Emanuele Lazzàro ha convalidato l’arresto, disposto l’immediata scarcerazione e applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari.

A insospettire i carabinieri, che stavano effettuando un controllo nei pressi dell’abitazione di Passero, a San Giorgio di Nogaro, è stato un ventiseienne residente nel comune di Ronchis, che è stato notato mentre stava lasciando il denaro contante nella cassetta della posta del ventiquattrenne sangiorgino.

Quasi contemporaneamente, Passero è stato visto lanciare dalla finestra un sacchetto con dentro 1,4 grammi di eroina. Il ventiseienne, raccolto l’involucro da terra, si è allontanato in auto ed è stato fermato poco dopo dai carabinieri.

A seguito di una perquisizione effettuata, giovedì sera, nell’abitazione di Passero sono stati rinvenuti 10,9 grammi di eroina suddivisi in sacchetti e bustine, nascosti in uno scatolone. Tutto il quantitativo di eroina e il denaro contante sono stati sequestrati.

L’avvocato Andrea Dri del Foro di Udine, spiega che il pubblico ministero aveva chiesto la custodia carceraria, che non è stata concessa «perché l’imputazione non era tra quelle per le quali è prevista la custodia cautelare in carcere».

Il legale aggiunge: «Il capo di imputazione era formulato in maniera generica, tale da consentire l’astratta applicazione della custodia cautelare in carcere. Ho evidenziato – conclude Dri – che gli elementi di fatto al momento acquisiti dovevano indurre a un’interpretazione del fatto in misura più lieve e proprio in virtù di questo ho chiesto che non venisse accolta l’istanza del pubblico ministero e così è stato».

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