E a Cercivento sei ragazzi asiatici: «Carnia ospitale»
CERCIVENTO. La Comunità Bosco di Museis ha accolto a Cercivento sei ragazzi profughi, cinque afgani e un pachistano.
«Non è vero - ha detto Renato Garibaldi - che la Carnia non vuole o non ha disponibilità per queste persone, per lo più orfani, che fuggono da scenari di guerra. Prova ne è che la nostra comunità è un centro di accoglienza residenziale per minori dai 13 ai 21 anni attrezzata e certificata».
La struttura dispone di venti posti letto e di tutti i servizi, grazie anche alle collaborazione con vari enti e associazioni.
Bosco di Museis è una realtà «unica in Italia: da una parte, una fattoria sociale come tante ce ne sono, una decina, anche in provincia di Udine; dall’altra, un’Agricomunità specializzata in ragazzi minori adolescenti, con tutti i titoli per ospitare ragazzi 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. L’alta Valle del But e la Carnia in generale hanno sempre dimostrato una grande, storica accoglienza, come hanno dimostrato gli anni del grande esodo albanese con la caserma di Paluzza piena di profughi accolti nelle case e nelle aziende».
Anche in questa occasione la popolazione si è premunita di portare ai sei giovani profughi generi di conforto e vestiario, mentre i ragazzi, dopo alcune visite mediche in quanto «presentavano sintomi di stanchezza per il lungo viaggio che li ha portati sino qui e per alcuni acciacchi di stagione», stanno già prendendo lezioni di italiano e partecipano ad altre iniziative.
«Oggi - termina Garibaldi - l’emergenza si chiama Afghanistan, Siria e noi siamo qui in prima linea. No improvvisazione, ma volontà e accoglienza seguendo le esortazioni di Papa Francesco». (g.g.)
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