Due gatti avvelenati con l’antigelo

Tavagnacco: è accaduto nella frazione di Branco. A Feletto dal 2014 sono morti più di dieci felini
TAVAGNACCO . Uno tigrato e docile. L’altro tutto nero e particolarmente diffidente. Era da un po’ di tempo che passavano per via Tasso, a Branco. Quel piattino di crocchette sistemato vicino alla strada era la loro salvezza. Poi, in pochi giorni, tutto è cambiato: qualcuno ha deciso che quei due gatti davano fastidio. E li ha avvelenati. »Hanno messo l’antigelo – racconta la donna, residente proprio a Branco, che sfamava i felini con crocchette e bocconcini – Abbiamo provato a salvare il micio tigrato, ma non c’è stato nulla da fare. Quello nero invece non si è più visto da queste parti: non credo sia ancora vivo…». Il liquido antigelo è il veleno perfetto: inodore, insapore e soprattutto letale. Non provoca la morte immediata, ma crea una serie di problemi che lasciano senza scampo. Prima il vomito, poi dolori addominali, fino all’insufficienza renale.


«È esattamente quello che è successo – aggiunge la signora che si occupa da anni di una colonia felina nella frazione del Comune di Tavagnacco – Dopo la “cena avvelenata” il gatto tigrato è sparito alcuni giorni. Poi una signora che abita qui vicino lo ha ritrovato: era davvero in pessime condizioni così io e un’altra volontaria lo abbiamo portato da un veterinario».


La diagnosi? Per il medico si trattava di una stomatite. «Il micio però non si riprendeva, continuava a stare male – continua – Il giorno dopo siamo andate in un’altra clinica a Feletto Umberto dove gli hanno fatto gli esami del sangue: non c’erano più dubbi, aveva ingerito liquido antigelo».


Il veterinario non ha potuto far altro che praticare l’eutanasia. «Aveva solo un anno quel gattino – dice ancora la donna, incapace di concepire tanta crudeltà – e non era randagio». In realtà nel comune non è la prima volta che si verificano episodi di questo genere. Nella frazione di Feletto Umberto, dal 2014, sono morti avvelenati più di dieci gatti. Senza contare quelli che sono spariti nel nulla. E pochi mesi fa, in via G. Cesare, oltre venti cittadini sono scesi in piazza per una manifestazione di protesta. Cercavano il “killer”. «La prassi del far del male ai gatti è ormai consolidata e noi non ne possiamo più» dicevano in coro. Il responsabile non è stato individuato, ma da allora la situazione sembra essersi placata. A Branco, invece, l’odio nei confronti degli animali si è mostrato con tutta la sua forza.


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