Droga al chiosco dei panini, arriva il conto

PORDENONE. Tre rinvii a giudizio, dieci patteggiamenti per quasi 17 anni di reclusione complessivamente e oltre 65 mila euro di multe: è arrivata alla resa dei conti, ieri di fronte al gup Roberta Bolzoni del tribunale di Pordenone, l’operazione “Coki” – dal soprannome del primo pizzicato con lo stupefacente pronto per essere ceduto a due acquirenti – che ha sgominato il “consorzio” dello spaccio di droga in città.
Un’inchiesta, quella coordinata dal pm Monica Carraturo (ieri in aula era presente il sostituto procuratore Federico Facchin) e condotta dalla squadra mobile della questura di Pordenone agli ordini del del vicequestore aggiunto Massimo Olivotto, che aveva preso le mosse nell’ottobre dello scorso anno e, corroborate da intercettazioni telefoniche e appostamenti con riprese video che dimostravano un intenso mercato soprattutto di marijuana e cocaina, è stata conclusa cinque mesi fa, con ben 22 perquisizioni domiciliari tra Pordenone e Treviso.
Al centro del traffico, un chioschetto notturno di panini collocato davanti alla fiera: tra clienti veri a caccia di cibo e bibite, arrivavano anche quelli che portavano o ritiravano gli stupefacenti.
Tredici, dunque, gli imputati finiti alla sbarra, tre dei quali sono stati rinviati a giudizio e compariranno il 20 marzo prossimo di fronte al giudice monocratico. Si tratta di Zizo Aliaj, albanese, 39 anni, risultato irreperibile e difeso d’ufficio dall’avvocato Francesco Casarotto; stesso legale d’ufficio per Moreno Coral, pordenonese, 48 anni. Il terzo che sarà sottoposto a processo con rito ordinario è Francesco Smiraglia, casertano di 46 anni, domiciliato a Fontanafredda e difeso dall’avvocato Alessandro Magaraci.
Hanno invece scelto la via del patteggiamento tutti gli altri soggetti implicati nella vicenda: 3 anni e 6 mesi di reclusione più 11 mila euro di multa per Bruno Caputo, pordenonese, 39 anni, agli arresti domiciliari, difeso di fiducia da Guido Galletti del foro di Treviso e considerato un po’ il “fulcro” del giro di droga. Era lui il gestore del chioschetto incriminato.
Due anni e 6 mesi più 18 mila 400 euro di ammenda per Marinel Aliaj, albanese di 29 anni, residente a Vittorio Veneto e detenuto in carcere a Treviso, difeso dall’avvocato Alessandra Nava. Definito di “ruolo apicale” nell’attività di spaccio.
Amante di casinò e sale bingo, passava molto tempo a spendere soldi provento del traffico illecito, tanto da suscitare le ire della convivente e degli amici connazionali. Due anni, 8 mesi e 20 giorni più 12 mila 40 euro di multa a Teodoro Sommella, napoletano, 47 anni, residente a Vittorio Veneto e difeso da Giovanni Geremia del foro di Venezia, finito agli arresti domiciliari.
Un anno e 10 mesi più 8 mila 40 euro di ammenda (pena sospesa) a Roberto Franchetti, pugliese di 31 anni, domiciliato a Pordenone e difeso dall’avvocato Ennio Maria Carrozzini; un anno e 6 mesi più 6 mila euro a Vincenzo Maresca, pordenonese di 43 anni, originario di Torre Annunziata, difeso dall’avocato Maurizio Mazzarella; un anno e 6 mesi più 4 mila euro di multa (pena sospesa) anche a Emanuel Kuci detto Eli, albanese di 24 anni, domiciliato a San Pietro di Feletto e difeso dall’avvocato Luca Berletti di Treviso.
Un anno e 4 mesi più 340 euro di ammenda (pena sospesa) ad Aurel Haramija, albanese di 29 anni, residente a Fontanafredda e difeso da Valentina Arcidiacono del foro di Pordenone, accusato – oltre che del traffico di droga – anche dell’importazione e della detenzione clandestina di un’arma da sparo, una sorta di “scacciacani” con matricola abrasa appositamente modificata per aumentarne le potenzialità lesive.
Dieci mesi di reclusione e 3 mila euro a Eugenio Rafael Eis Calheiros, 33 anni, nato a San Paolo del Brasile, da anni residente a Prata, detenuto a Pordenone e difeso dall’avvocato Laura Ferretti.
Si riforniva di droga a Padova, con Elisa Semenzato, 28 anni di Pasiano, finita ai domiciliari e difesa di fiducia da Aldo Masserut, che per lei ha patteggiato la pena più lieve, 6 mesi di reclusione e mille 400 euro di ammenda. Sette mesi e e mille 400 euro, infine, per Edisnaid Iljazi, albanese di 24 anni, domiciliato a Pordenone e difeso dall’avvocato Mazzarella.
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